da Milano
Tra i morti e i feriti della crisi del «subprime», c'è qualcuno che è vivo, vegeto e gode di ottima salute. Finanziaria. Il suo nome è John Paulson, americano, presidente della società di gestione che porta il suo cognome. Un manager di hedge fund che, andando in controtendenza e scommettendo in anticipo sul crollo del mercato immobiliare negli Stati Uniti, ha guadagnato tre miliardi di dollari. Diplomato ad Harvard, passato attraverso Odyssey Lade Partners, Bear Stearns e Gruss Partners, nel 1994 fonda a New York la Paulson & Co., inizialmente attiva nel settore arbitraggi su fusioni e acquisizioni.
Nel 2005, in tempi ancora non sospetti, Paulson (nessun legame di parentela con il segretario americano al Tesoro, Henry) ha un'intuizione: negli Usa scoppierà presto una bolla immobiliare, alimentata dalla politica dei bassi tassi di interesse praticata dalla Federal Reserve. La sua società crea prodotti formati principalmente da «credit default swaps» (Cds), cioè derivati che servono a proteggersi da un'eventuale insolvenza e il cui prezzo sale man mano che il rischio di fallimento aumenta. A quell'epoca, racconta Paulson, quasi tutti sostenevano che il prezzo dell'immobiliare a livello nazionale non sarebbe mai sceso. Fino al 2006, infatti, il prezzo delle case continua a salire. Ma l'hedge fund manager non cambia idea. «Sapevo che era una questione di tempo», dice. I fatti gli danno ragione. Nella seconda metà del 2006 il settore dà i primi segnali di cedimento. I suoi due fondi specializzati nel credito immobiliare, 150 milioni di dollari raccolti da investitori europei, guadagnano oltre il 20%. Paulson decide di osare di più e crea altri due prodotti simili. L'estate scorsa scoppia la crisi dei crediti legati ai mutui ad alto rischio, i prezzi dei Cds schizzano. I primi due fondi realizzano performance di circa il 600%. In totale, i quattro fondi guadagnano 15 miliardi di dollari, tre vanno nelle tasche di Paulson come commissioni.
Anche in Europa c'è qualcuno che, invece di essersi scottato le mani con i subprime, sta contando i soldi. Stando a voci di mercato, i fondi di Paulson figurano in prodotti di due società europee, la Absolute Managers AG di Zurigo e la Thames River di Londra, che si sono rifiutate di confermare.
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