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Ha vinto la scommessa Ora manca il botto finale

È stato un azzardo trascinarlo a Duisburg. Un azzardo inevitabile e motivato: con lui, anche a scartamento ridotto, la Nazionale può diventare competitiva, senza è condannata a puntare solo su temperamento e corsa e la mira di qualche buon attaccante. Il suo alter ego, Del Piero, non è mai stato un rifinitore del gioco d’attacco, l’uomo-assist, ha sempre preferito andare a concludere. E nel rimpiazzarlo ha tradito scarsa vocazione, oltre che un discutibile stato di forma complessiva. Contro l’Australia, il cambio della guardia non ha prodotto i risultati sperati. Ma è stato da quel giorno, rigore al 93’, che Francesco Totti ha preso a remare con tutta la squadra e a riconquistare il titolo di musa del gioco d’attacco.
Il suo picco più alto è stato raggiunto con l’Ucraina. Suo lo scambio con Zambrotta prima dell’1 a 0, suo il cross che ha consentito a Toni di rompere il digiuno. E negli intervalli mai è apparso fermo come una statua di marmo, esprimendo nei fatti una lenta ma promettente progressione. Da stasera in avanti è destinato a offrire il meglio del proprio talento specie se dovesse inquadrare la porta, che è poi un dettaglio non di poco conto. Ha cominciato con la Repubblica Ceca, si è esercitato dal dischetto con i canguri.

È in attesa del botto.

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