«Un politico non può stare dentro una definizione una volta per tutte», aveva detto al Giornale nel dicembre scorso. Era facile, allora, ironizzare sulle parole di Jorg Haider. Sotto la sua fotografia tutti i giornali europei mettevano una sola didascalia: ex. Per tutti il governatore della Carinzia era un relitto. Un cadavere politico. Lui invece guardava avanti: «In Carinzia ho il 43 per cento dei consensi, molti reclamano il mio ritorno a Vienna». Previsione azzeccata. E anzi, con Haider e più di Haider trionfa il suo clone Hans Christian Strache. «È il nuovo vento dEuropa», ha detto Haider nei giorni scorsi, sicurissimo del successo. E il suo braccio destro, il giovane e pragmatico Christian Ragger, aveva anticipato al Giornale non più di 24 ore fa: «Vinceremo. Io sono pronto a fare il ministro in una coalizione, non minteressa se con i popolari o con i socialdemocratici».
Eccola, la nuova destra che si strappa di dosso le etichette e avanza da Klagenfurt a Vienna. Haider e Strache si detestano, ma hanno antenne sensibili e captano gli umori profondi della società austriaca. In particolare hanno saputo intercettare le aspettative dei giovani e degli immigrati. Sì, i turchi anzitutto che si sono integrati, lavorano duro e pagano le tasse; e con loro i ragazzi che per la prima volta votavano. Attenzione: in Austria una legge temeraria, unica in Europa, ha spedito alle urne una generazione di sedicenni. Difficile, in queste ore, interpretare i risultati. Però, i teoremi e gli schemi logori, quelli che liquidano la destra come xenofoba, razzista, fascisteggiante se non paranazista, non inquadrano il problema. Haider ancora una volta si è rivelato un precursore: «In Carinzia - ha spiegato a la Repubblica - abbiamo introdotto il voto ai 16 anni già tre anni fa e lesperimento si è rivelato molto positivo». I giovani, dunque - non solo i contadini ancorati alle tradizioni e gli anziani impauriti davanti ai cambiamenti portati dallEuropa - hanno seguito la calamita formata dalla strana coppia Strache-Haider. Ancora, più netta la scelta di chi ha lasciato lAnatolia e iniziato a Vienna una seconda vita: «Io pago le tasse - si sono sentiti ripetere i sondaggisti nelle interviste dei giorni scorsi - non voglio che lo Stato dia da mangiare ai clandestini».
Così, gli slavi e i turchi hanno premiato la destra. La destra che ha fatto argine contro limmigrazione senza freni, ma ha anche accolto chi arrivava con permesso regolare. Haider laveva spiegato bene al Giornale: «Chi resta si integra. In Carinzia abbiamo introdotto un anno obbligatorio di scuola materna per i figli degli immigrati. E siamo noi a pagare, così i bambini imparano il tedesco». Nessun cedimento o sanatoria, invece, per i clandestini: «Se un tizio viene preso vicino al confine italiano, noi lo rimandiamo in Italia». La chiarezza ha pagato. E lo stupore è immotivato.
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