Halle Berry e Williams La Festa di Roma punta su Hollywood

Oltre alla famiglia Coppola al completo ci saranno anche Sean Penn, Reese Witherspoon e Jake Gyllenhaal, mentre si cerca di convincere Tom Crusie

da Roma

Quanto contano le star nella fortuna mediatica di un festival? Molto, se non tutto, quindi troppo. Ma la guerra è guerra. Così, a tre settimane dalla fine della Mostra di Venezia, quest'anno effervescente di divi, la seconda Festa di Roma si prepara a «sparare» (domani conferenza stampa sul menu principale) il suo corredo di celebrities. Magari i film non saranno tutti di prima mano, parecchi arrivano direttamente dal festival di Toronto, inclusi i due titoli chiamati ad aprire le danze il 18 ottobre, cioè Le deuxième souffle di Alain Corneau, starring Monica Bellucci e Daniel Auteuil, e Elizabeth. The Golden Age di Shekhar Kapur, con Cate Blanchett e Clive Owen, tutti attesi all'Auditorium. Ma il glamour è assicurato. Del resto il patron della kermesse romana, Goffredo Bettini, ricorda sempre che lo statuto non impone anteprime assolute, basta che i film siano «vergini» rispetto all'Europa, fatti salvi i paesi d'origine. Concorda Piera Detassis, curatrice della sezione Première, diciamo la più scintillante e pop della Festa: «Le polemiche su Toronto e Roma stanno a cuore solo a un ristretto gruppo di critici e addetti ai lavori. Noi siamo sereni, nessuno ha protestato, ci saranno belle sorprese per tutti».
Allora vediamole, queste sorprese. La prima è Lions for lambs, il filmone di Robert Redford, da lui diretto e interpretato accanto a Tom Cruise e Meryl Streep. La Fox Italia s'è impegnata non poco per garantirlo a Veltroni prima dell'uscita americana, anche se il debutto europeo spetta al Festival di Londra, il 22 ottobre (solo dopo passerà a Roma). Certo il cast è notevole, il budget hollywoodiano, il tema di quelli che fanno discutere: la guerra in Afghanistan coi suoi riflessi drammatici sulle vite di due soldati spediti laggiù a combattere, un professore liberal (Redford), un senatore senza scrupoli (Cruise) e una giornalista in cerca di scoop (Streep). «Se non punti i piedi su qualcosa puoi cedere su tutto», ammonisce la frase di lancio sopra il manifesto. Il problema è solo uno: chi dei tre big verrà a promuovere il film (da noi, con triste traduzione letterale, si chiamerà Leoni per agnelli)? Fino a ieri mattina neanche alla Fox sapevano se Cruise, impegnato a Berlino sul set del tribolato Valkyrie, riuscirà a venire. Naturalmente sarebbe un bel colpo.
Così come è un bel colpo - questo sicuro - l'acquisizione di Rendition di Gavin Hood, il regista sudameriano reduce dall'Oscar 2006 per Tsotsi. Altro tema da far tremare le vene per i riferimenti alla cronaca. Ricordate il caso dell'imam Abu Omar? Il sequestro fu un'«extraordinary rendition», cioè una di quelle operazioni illegali, forse necessarie, condotte dalla Cia dopo l'11 Settembre. Nel film di Hood non si parla di Abu Omar, ma di un ingegnere chimico egiziano, sposato con un'americana e sospettato di terrorismo, che scompare misteriosamente durante un viaggio aereo da Città del Capo a Washington. Lo ritroveremo in una cella del Cairo, pronto per essere torturato. I due eroi della vicenda sono Reese Witherspoon e Jake Gyllenhaal (entrambi verranno a Roma): l'una incarna la moglie combattiva che non si arrende, l'altro un analista della Cia che entra in crisi nel corso dell'interrogatorio sempre più violento.
Altri divi americani? Be', di Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman (per The devil knows you're dead di Lumet), di Sean Penn (per Into the wild), di Val Kilmer e Matthew Modine (per Have a dream for travel di Brad Isaacs) un po' si sapeva. Così come della famiglia Coppola al completo per l'anteprima mondiale di Youth without youth, interpretato da Tim Roth e Bruno Ganz. Tra le novità dell'ultim'ora c'è invece Halle Berry, splendida attrice nera premio Oscar per Monster's Ball, che volerà qui per promuovere Oltre il fuoco della danese Susanne Bier, storia di una donna, con due figli a carico, che vuole rifarsi una vita dopo la morte del marito. Si riderà, invece, con Robin Williams. Il vulcanico comico, bravo anche nelle tonalità amare, presenterà August Rush di Kirsten Sheridan, favola surreale dove incarna una specie di mago che si prende carico di un genietto chitarrista in cerca dei genitori scomparsi.


Avviso per gli estimatori di Keira Knightley, nuova musa pallida e filiforme di una femminilità squisitamente all british: per Seta, dopo il passaggio a Venezia con Espiazione, non verrà. Ha preferito Toronto. Dovremo accontentarci di Alessandro Baricco.

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