Gian Micalessin
Hamas addolcisce la pillola velenosa dello scambio di prigionieri. La offre a Israele. La dipinge come unica via duscita per riavere indietro il caporale rapito. Ma per Ehud Olmert, nel mirino di unopposizione di destra pronta ad impiccarlo allalbero dellindecisione, cedere è impossibile. Così mentre Khaled Meshaal, capo di Hamas in esilio a Damasco, simpegna a tenere in vita il caporale Gilad Shalit, lo definisce prigioniero di guerra e fa di tutto per convincere Israele a trattare, il premier israeliano ribadisce il proprio niet al negoziato. E risponde a muso duro anche allUnione Europea che gli rimprovera un uso sproporzionato della forza militare. Per il premier le operazioni in corso a Gaza, costate ieri la vita di quattro ragazzi che stavano giocando a pallone nei pressi di alcuni miliziani che lanciavano razzi Qassam, sono lunica via per liberare il caporale Shalit e bloccare i missili.
LUnione Europea, secondo Olmert, si preoccupa per la popolazione palestinese, ma tace sui razzi che terrorizzano decine di migliaia di israeliani. «Come si può misurare lansia, la paura, lo shock e la mancanza di sicurezza», dice Olmert contrapponendo la minaccia dei Qassam ai 47 palestinesi, in gran parte miliziani armati, caduti nelloffensiva. «Quandè che lEuropa - si chiede Olmert ha condannato i lanci di missili e proposto misure concrete per fermarli?». Olmert ricorda anche la propria determinazione a perseguire il piano di ritiro dalla Cisgiordania. Quel piano sembrava già morto, sepolto dalle critiche di unopposizione decisa a stabilire un nesso di causa ed effetto tra il ritiro da Gaza e la pioggia di Qassam sui territori israeliani. Olmert, invece, risveglia tutti e ricorda di esser deciso ad attuarlo entro il 2010.
Lunico mezzo passo indietro sembra invece la rinuncia a colpire i vertici dellesecutivo fondamentalista a Gaza. «Non desideriamo particolarmente decapitare il governo di Hamas, vogliamo solo impedire ai terroristi di colpire la nostra popolazione», spiega il premier. La rettifica accoglie le raccomandazioni di quanti ai vertici della sicurezza considerano uneliminazione del premier Ismail Haniyeh come un regalo a Meshaal e alla dirigenza più intransigente.
Ieri mattina il capo dellufficio politico di Hamas aveva appena terminato uninconsueta conferenza stampa in un albergo di Damasco. Luscita allo scoperto è dettata da due buone ragioni. Meshaal e Damasco vogliono innanzitutto smentire le recenti voci di una rottura con il presidente Bashar Assad, deciso, secondo fonti di Fatah, a imporre il rilascio del prigioniero allimbarazzante ospite. Il secondo motivo è il tentativo di contrapporsi a Israele sul piano politico e propagandistico. Per Israele quel caporale è un ostaggio rapito da un gruppo di terroristi. Per Meshaal è un prigioniero di guerra catturato da un gruppo di guerriglieri impegnati in unoperazione militare. Il passo di Meshaal da una parte spunta larma del ricatto, costringe Hamas a garantire lincolumità del caporale e dilata, a vantaggio dIsraele, i tempi dellaffare.
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