Lo hanno capito anche gli scafisti: a salvare i clandestini ci pensa l'Italia

Tre giorni fa il caso della Blue Sky M, abbandonata vicino a Corfù e recuperata dalla Guardia Costiera. Oggi altri 400 migranti sono stati scortati dalle coste greche fino all'Italia

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Gli scafisti hanno compreso che, per far giungere gli immigrati in Italia, non è più necessario depositarli sulle coste, ma è sufficiente abbandonarli in mare aperto e lanciare un Sos. La Guardia costiera italiana provvederà a fare il resto, ovvero a recuperarli e a portarli in Italia, anche se la barca si trova in acque greche o maltesi. Già, perché gli immigrati sognano l'Italia, la terra dove tutto è permesso e, mal che vada, si finisce in un hotel a tre stelle dal quale è possibile allontanarsi senza che nessuno osi fiatare.

Così, avevano fatto il 30 dicembre scorso gli scafisti della nave Blue Sky M, battente bandiera moldava e con a bordo 796 immigrati. Ovviamente, gli unici a rispondere alla richiesta di soccorso della Blue Sky M sono stati gli uomini della Guardia Costiera italiana, che, con solerzia, si sono preoccupati di scortare gli immigrati fino in Italia.

Oggi, un caso simile. La nave "Ezadeen" registra un black-out elettrico nei pressi delle coste greche e lancia un Sos.

I primi a rispondere? Ovviamente gli italiani, che subito si mettono in marcia per andare a recuperare gli oltre 400 migranti nascosti nelle stive. Così, in soli 3 giorni, quasi 1200 immigrati sono sbarcati in Italia o, meglio, sono stati gentilmente scortati dalla nostra Capitaneria.

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