Non potevo esitare. Non potevo far finta di niente, lasciar correre con una delle tante minacce senza seguito. Il progetto Salemi, la cittadina siciliana di cui sono sindaco, ha incuriosito il mondo e certamente il contributo di Oliviero Toscani è stato rilevante, come la dedizione di Antonella Favuzza e limpegno di altri assessori. Ma mi sembrava di essere stato molto preciso nellindicare gli elementi e gli strumenti del nostro impegnativo e festoso «restauro dimmagine», da cui era uscita una Salemi ideale, nuova, ben oltre quella reale, una città di idee e di sogni parallela alla città di pietra ferita dal terremoto e sfregiata dalla cattiva ricostruzione. Cè una Salemi della mente che è entrata anche nella consapevolezza dei salemitani, nel loro sentirsi costituenti e partecipi dellimpresa nuova. Con una grande disponibilità ad accogliere cose e persone nuove. Dalla presidente del Parlamento del Tibet a Caravaggio. E proprio Caravaggio è stato il casus belli.
Alla fine dellanno, per Natale, feci arrivare un«Adorazione dei pastori» di Rubens, luminosa e abbagliante nelle ordinate stanze del museo. Unoccasione solenne che portò a Salemi migliaia di persone fino a quel momento impreviste. Qualche mese dopo, in occasione della festa di San Giuseppe, riproposi unaltra analoga sorpresa: questa volta fu l«Adorazione dei pastori» di Caravaggio. Documento di umanità e di verità assoluta, e certo impensabile per una sede così remota, e per decenni ignorata e dimenticata.
Da quasi un anno di bocca in bocca, e su tutti i giornali e le televisioni del mondo corre il nome di Salemi, e corrono persone per vedere cosa di nuovo è accaduto. Nelle riunioni di giunta o in diverse occasioni ho illustrato i miei progetti come quelli di Oliviero, fino allultima mostra, «Facce di mafiosi» dipinti di Floria Mantovan con cui sè inaugurata lattività espositiva del museo della mafia. E mentre sto preparando il programma di una compagnia di aerei da turismo che leghi la Val di Noto con la Val di Mazara partendo dalle due avio superfici di Ragusa e di Salemi per vedere dallalto i parchi archeologici di Eraclea Minoa, della Valle dei Templi di Agrigento, di Selinunte, di Segesta fino al grandioso segno del cretto di Burri a Gibellina, la «Alisgarbi» per uno Sgarbi tour in un percorso sorprendente, la presenza del dipinto di Caravaggio nel museo di Salemi mi sembrava la ragione per portare a Salemi viaggiatori intelligenti e curiosi, che la bellezza della città avrebbe poi catturato. Duecento ospiti allHotel Kempinski sono attesi, nella mia programmazione per oggi 31 maggio.
Domani avrei poi loro illustrato lopera di Caravaggio e la storia di Salemi.
Comunico il mio progetto, chiedo a Nino Ippolito (ufficio stampa) di preparare le pagine pubblicitarie per gli ultimi giorni di Caravaggio a Salemi sul Giornale di Sicilia e su Repubblica e, qualche ora dopo, con assoluto sconcerto, apprendo che senza che nessuno mi avesse informato, il dipinto era stato restituito alla sede di provenienza. Tuoni e fulmini, non per il dispetto, ma per la delusione di vedere così tradito e ignorato lo spirito della nostra impresa a Salemi, con le case a un euro, ormai sul punto di poter essere affidate con un regolamento inattaccabile, i 60mila film di Kim il coreano per dare origine, a settembre, al primo festival del cinema religioso, la prossima mostra di un talento straordinario come Cesare Inzerillo con la sua «Classe morta» e Caravaggio viene fatto scappare, senza una parola.
A casa tutta la giunta, allora, perché rifletta in attesa dei risultati delle prossime elezioni europee, in una prospettiva più ampia e generosa.
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