Hanno usato armi che potevano uccidere

Lanciate contro gli agenti bombe carta imbottite di chiodi o bulloni e razzi per segnalazioni in mare. Un carabiniere salvato dallo scudo


Incidenti del genere in città non si vedevano dal novembre 2000 quando i centri sociali milanesi cercarono di impedire un convegno sempre di Forza Nuova al De Sade, discoteca di via Valtellina. Anche in quell’occasione ci fu un mezz’ora di scontri violentissimi, i Centri sociali arrivarono armati di molotov, mazze, fionde e biglie e aggredirono le forze dell’ordine che sbarravano loro la strada. I due schieramenti vennero a contatto, sviluppando furibondi corpo a corpo.
Contatto che invece è mancato ieri mattina in via Buenos Aires. Per diversi minuti infatti i manifestanti hanno bersagliato polizia e carabinieri con lanci vari per fuggire poi alla prima carica. Ma è proprio l’uso di queste armi improprie che distingue comunque gli incidenti di ieri. O meglio fa compiere a questi gruppi di teppisti una salto di qualità in quanto hanno per la prima volta usato armi che avrebbero potuto essere letali.
Come le bombe carta imbottite di chiodi o bulloni, alcune sono esplose altre sono state sequestrate. Comunque dopo la «battaglia», asfalto e marciapiedi erano disseminati di questi minuscoli proiettili.
Ma quello che ha veramente disorientato, e anche un po’ spaventato, le forze dell’ordine è stato il ricorso ai razzi da segnalazione marittima, cilindretti di metallo sparati con una carica esplosiva. Il «missile» raggiunge i 200 metri poi esplode con un bagliore rossastro e infine scende dolcemente sostenuto da un piccolo paracadute che ne rallenta la corsa. L’effetto verificato ieri mattina è stato spaventoso.

Uno di questi proiettili, esplosi numerosi contro le forze dell’ordine, ha centrato un carabiniere in tenuta antisommossa, dunque protetto dallo scudo in plexiglas. L’impatto ha fatto volare via il carabiniere mentre lo stesso scudo è letteralmente esploso: senza protezione sarebbe sicuramente morto.

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