Hard Rock Café tra Chianti e finocchiona

L'insegna fiorentina della celebre catena di ristoranti americani punta soltanto su prodotti toscani

Hard Rock Café tra Chianti  e finocchiona

Perché accontentarsi del «glocal» quando si può avere il «flocal»?

Prima di rispondere, un po' di definizioni. Dicesi «glocal» la tendenza a mischiare due concetti apparentemente in contrasto: il global, cioè la tendenza alla mondializzazione delle abitudini (e qui si parla di cibo, che è la più buona delle abitudini); e il local, ovvero la valorizzazione dei prodotti a chilometro zero (detto per comodità. A noi il concetto un po' sta sugli zebedei). Sempre più catene di ristoranti stanno contaminando la rigidità di un menu più o meno uguale in tutto il mondo con divagazioni territoriali. Lo ha fatto tra le prime McDonald's, la più global di tutte, che in Italia dal 2010 propone degli appuntamenti con McItaly: i celebri hamburger vengono realizzati con carni pregiate italiane, come la Chianina, la Marchigiana, la Romagnola.

D'accordo. Ma il «flocal»?

Il «flocal» è il global alla fiorentina inventato da Hard Rock Cafè, la catena di ristoranti che porta in tutto il mondo (178 locali in decine di Paesi del mondo) la cultura gastronomica americana. Una catena che ha una storia a sé: è famosa per gli hamburger e per i margarita, per i piatti americani realizzati senza sciatterie ma con grande cura e standard altissimi, ma anche per i memorabilia delle grandi star del rock (John Lennon, George Harrison, Noel Gallagher, Elvis Presley, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Lou Reed. Per dire) che ne fanno un ristorante-museo, ma anche per le t-shirt con i nomi delle diverse città che molti fan collezionano, ma anche per avere i proprietari più insoliti che una multinazionale possa avere: la tribù pellerossa dei Seminole. Ed è subito Tex Willer.

Allora, ricapitoliamo. Nella sede fiorentina dell'Hard Rock Cafè nella centralissima via Brunelleschi - una delle tre italiane assieme a Roma e a Venezia e certamente la più bella, con quell'aria a metà tra un cinema anni Cinquanta e un saloon - da qualche tempo si mangiano i piatti storici del menu HRC ma con ingredienti quasi tutti toscani. E allora ecco il Flocal Legendary Burger, fatto con carne di manzo servito su panino ai cereali, cipolle rosse stufate al Chianti, formaggio Galaverna del Mugello, Rigatino toscano e pomodoro Costoluto Fiorentino. Ecco la Tagliata, la Caprese Salad, il Tagliere toscano e il Tiramisù, tutti realizzati con prodotti di fornitori locali: la macelleria Falorni, fondata più di due secoli fa e celebre per i salumi di qualità al top; il caseificio Palagiaccio; il Birrificio Fiorentino, naturalmente artigianale. E poi tanti altri.

L'iniziativa si chiama Test Kitchen e riguarda dodici ristoranti di altrettante città del mondo, tre sole in Europa. Firenze era perfetta per la sua ricca cultura gastronomica e per il suo stile perfettamente allineato alla filosofia HRC: semplice ma al meglio. «Nei suoi 46 anni di storia HRC non ha mai smesso di rinnovare il proprio menu, di anticipare e reinterpretare le principali tendenze culinarie e di trovare modalità sostenibili per l'approvvigionamento degli ingredienti», spiega David Pellow, vicepresidente dei Café per l'Europa. «Attraverso un processo di ricerca durato mesi abbiamo selezionato dei fornitori ideali in grado di garantiree una produzione responsabile e sostenibile. Abbiamo studiato, scelto e assaggiato centinaia di prodotti e osservato direttamente metodi allevamento degli animali e di coltivazione di verdura e frutta», garantisce Alessio Bisogni, general manager di HRC Firenze.

Ah, poi c'è il giubbetto di pelle utilizzato da Irene

Grandi durante il «Bruci la città tour» del 2007. Glocal, anzi flocal anche i cimeli rock.

Ah, poi c'è un cocktail in terracotta, il Florentini, con vodka senza glutine, Chianti classico infuso con tè ai frutti rossi. Cin.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica