Hearns l’ultimo nonno del ring festeggia 46 anni con un uppercut

Ha sconfitto un carneade a Detroit nella riunione in cui combatteva il figlio

Riccardo Signori

Per chi suona la campana? Tommy Hearns non lo ha ancora capito. Anzi, non l’ha sentita. Qualcuno sobbalzerà sulla sedia leggendo il nome. Tommy Hearns? Combatte ancora? Ma quanti secoli ha? Non sono secoli, ma siamo alla soglia del mezzo secolo: anni 46, di cui almeno trenta passati sul ring. Gli ultimi cinque parevano quelli della pensione, lontano dal quadrato dopo aver rimediato una sconfitta da tal Uriah Grant, uno che in altri tempi gli avrebbe fatto il solletico. Un infortunio alla caviglia del mitico «The motor city Cobra», altrimenti definito «Hit man», era lo scampanellio del fine carriera.
Macché! Vedere sul ring Ronald, che poi è suo figlio, deve aver fatto tornare l’acquolina in bocca a questa mitraglitrice del ring che ha battuto i più grandi campioni (Pipino Cuevas, Wilfredo Benitez, Roberto Duran, Virgil Hill) e ne è stato battuto (Hagler, Leonard, Barkley). Ed allora riecco Tommy sul ring della Cobo Arena di Detroit, praticamente casa sua, in un bel quadretto familiare perché nella stessa riunione ha combattuto anche Ronald, ventiseienne che si è sbarazzato in un round dell’avversario. Invece papà Hearns si è dovuto impegnare contro un cenerentolo di passaggio, tal John Long (19 vittorie, 10 per ko, 7 successi e un pari). Non è stato un bel vedere perché l’uomo mitraglia potrà far fesso se stesso, non il peso dell’età. Ed infatti la prima ripresa avrà fatto venire male al cuore. Scosso ripetutamente dai colpi del signor nessuno, l’ex uomo mitragliatrice ha dovuto faticare per prendere lentamente il sopravvento. Nel sesto round ha rifilato il colpo da conteggio all’avversario pelato e grassottello, e dopo due riprese l’ha costretto alla resa. I giudici avevano in vantaggio Hearns, a dimostrazione che il successo è meritato, ma quanta malinconia. Il fisico di Hearns, quello sì, è rimasto bello e tonico, tirato e disegnato dai muscoli. Ma il resto sono ricordi (ha conquistato il mondiale in cinque diverse categorie) e ambizioni da sognatore. «Questo è solo l’inizio, voglio combattere ancora a lungo», ha raccontato Hit man immaginandosi già pronto («mi bastano 3-4 match») per andare a caccia della corona dei medio massimi.
L’idea di invecchiare sul ring è il punto debole della gran parte dei pugili che sono stati stelle o hanno trovato il miglior mezzo per guadagnarsi la pagnotta. Non si contano più i casi di chi ha smesso, poi è tornato, poi ha smesso, poi è tornato. Hearns, in questo senso, ha voluto essere uno dei tanti.

Anche se i campioni senza età lasciano sempre traccia: da George Foreman a Larry Holmes, da Archie Moore, che difese il suo titolo dei mediomassimi a 47 anni, a Bob Fitzimmons nel 1800. Solo Marvin Hagler ha dato una bella lezione a tutti: si è ritirato e da quel giorno si è presentato solo a bordo ring. Eppure non è un uomo infelice.

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