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Henin regina, ma Parigi aspetta Nadal

La belga schianta in un’ora la Pierce: 6-1, 6-1. Solo Graf e Lenglen avevano fatto meglio. Oggi «El Matador» favorito contro Puerta

Lea Pericoli

da Parigi

Justine Henin, per la seconda volta in carriera conquista il trono di Roland Garros. Come avevamo previsto è stata una finale senza storia. Un drammatico 6-1, 6-1, messo a segno in poco più di un ora. Sconfitta imbarazzante per Mary Pierce impegnata nel ruolo di una avversaria incapace di muoversi. Lo score così devastante ci ha costretti a una lunga ricerca. Sul Centrale intitolato a Philippe Chatrier, che una volta si chiamava Stade des Musquetaires, solo due finali erano state più brevi. La prima fu la vittoria di Stefy Graf su Natalia Zvereva nel 1988: 6-0, 6-0 in 34 minuti di gioco. La seconda risale all’epoca di Suzanne Lenglen, quando nel 1926, la Diva del tennis lasciò un solo game alla malcapitata Mary Browne. Il disonore della terza posizione è stato attribuito ieri alla povera Mary, statuaria atleta, incapace di reagire. Dal canto suo Justine diventa la quarta protagonista di una grande rimonta nella storia del torneo. La belga, contro la russa Kutznetsova, ha salvato due match points. Era accaduto a Margareth Osborne nel 1946, a Margareth Smith nel 1962, alla Miskina nel 2004. Numeri destinati a sostituire il racconto di una sfida che non c’è stata. Ci sono state le lacrime di disperazione di Mary Pierce. C’è stata l’esplosione di gioia di Justine: «Ho attraversato momenti così difficili che ho dubitato di poter ricominciare a giocare». La Henin nel 2004 ha combattuto contro una brutta infezione virale e quest’anno ha sofferto di gravi problemi alla schiena. Ora che ha ritrovato l’integrità fisica è ridiventata l’impareggiabile reginetta del tennis, il simbolo del bel gioco, il trionfo dell’antica magia. La sua vittoria è importante perché dimostra che anche le donne possono affidarsi ai gesti classici. Il suo successo convincerà molte giovani ad intrapprendere vie alternative al «picchia e corri» come unico modo per progredire. Non è quella la ricetta per vincere come vogliono far credere tanti coach moderni. A premiare le due giocatrici è salita sul podio Laure Manaudou medaglia d’oro di nuoto ai Giochi Olimpici.
Oggi i gloriosi cancelli di Roland Garros si apriranno per l’atto finale del singolare maschile. Rafael Nadal affronterà Mariano Puerta. «El matador de Espana», diciannovenne pieno di fascino, giocherà contro «El Peon Argentino». Puerta ha detto: «Sarà lo scontro tra Davide e Golia. Però non parto sconfitto». Il favorito ovviamente è Nadal. I due finalisti si sono incontrati due volte: nel 2003 a Umag e nel 2005 ad Acapulco. Ha sempre vinto Nadal. I francesi sperano almeno che ci sia partita. Quest’anno il tennis al Foro Italico è stato infinitamente più bello di quanto ci ha regalato l’edizione parigina.

Una cosa è certa: oggi il singolare maschile non sarà breve perché Puerta, da grande pedalatore, si piazzerà tre metri fuori dalla linea di fondo. «Stanarlo!» Sarà la parola d’ordine de «El Nino»

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