Hernanes illumina mette ko il Bari e lancia la Lazio in zona Champions

Il cattivo della giornata sono gli arbitri che, in una sorta di par condicio, hanno deciso di agevolare le vittorie di Inter e Milan e di fare un gran bel regalo ai presidenti Massimo Moratti e Silvio Berlusconi in occasione della ricorrenza dei rispettivi 16 e 25 anni di presidenza societaria. Ha incominciato sabato sera Domenico Celi che non ha visto il macroscopico fuorigioco di Ranocchia sul gol decisivo di Kharja. Colpa sua, ma anche dell’assistente Pugiotto. E non ha visto nemmeno il rigore pro Inter al 2’ su Thiago Motta trattenuto da Astori. Lo ha imitato ieri il fischietto di Luca Banti che a Verona ignora il mani netto di Robinho che si aiuta vistosamente sul primo gol rossonero. Imparino da Bergonzi che prima dà il rigore all’Udinese (non c’è il braccio di Bega) e poi si fa correggere dall’assistente Niccolai, ritorna sulla decisione e scodella il pallone.
Il buono della giornata arriva da Marassi dove l’allenatore genoano Davide Ballardini non se l’è presa più di tanto dopo lo 0-3 del primo tempo contro la Roma e non s’è nemmeno esaltato dopo il 4-3 finale in quella che può essere tranquillamente definita un’impresa. Potenza dei nervi distesi e dell’intelligenza di un tecnico che conosce i suoi polli. Il brutto arriva invece da due colleghi di Ballardini: proprio il romanista Claudio Ranieri e lo juventino Gigi Delneri. Perché subire 4 gol in 33’ è un’assurdità e proprio il giorno dopo la pesante contestazione degli ultrà giallorossi a Trigoria in quella che era stata considerata da Ranieri «una manifestazione d’amore». Evidentemente l’ombra di Montella si fa sentire.

Quanto a Delneri, i due successi consecutivi a Cagliari e contro l’Inter devono avergli dato alla testa perché contro un Lecce privo di 4 giocatori squalificati e del tecnico De Canio in tribuna non è possibile rimediare una simile figuraccia e non può essere un alibi l’espulsione di Buffon.

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