Gli Hezbollah prendono Beirut: 13 morti Il governo Siniora accusa: "Golpe sciita"

La milizia sciita controlla tutti i quartieri sunniti di Beirut: 13 morti. Oscurata tv filogovernativa. Colpito il muro di cinta della residenza del leader della maggioranza parlamentare antisiriana Saad Hariri

Gli Hezbollah prendono Beirut: 13 morti 
Il governo Siniora accusa: "Golpe sciita"

Beirut - I militanti armati di Hezbollah hanno preso ieri il controllo di tutta Beirut nel terzo giorno di combattimenti fra il gruppo filo iraniano e i combattenti fedeli alla coalizione di governo sostenuta dagli Stati Uniti. E la maggioranza parlamentare libanese antisiriana accusa: "Questa sera il movimento sciita Hezbollah che guida l’opposizione ha messo in atto un colpo di stato contro la costituzione e le risoluzioni dell’Onu".

Beirut sotto assedio Una fonte della sicurezza ha specificato che gli Hezbollah hanno preso il controllo di tutta la metà della città a maggioranza musulmana, eccezion fatta per un quartiere in cui uomini armati fedeli al governo sono in trattative per deporre le armi. La fonte ha anche detto che alcuni uomini armati, nella zona di Tarek al-Jadeedi, a maggioranza sunnita i cui abitanti sono fedeli al governo, sono in contatto con gli Hezbollah per arrendersi. Intanto l’Arabia saudita, uno dei maggiori sostenitori del governo libanese, ha sollecitato la convocazione di un vertice di emergenza dei ministri degli Esteri arabi per affrontare il problema della crisi libanese. In città si sentono i boati delle granate e colpi d’arma da fuoco nel peggiore scontro interno dai tempi della guerra civile 1975-1990.

Almeno 13 morti Dopo tre giorni di scontri tra le milizie dell’opposizione sciita e i sostenitori del governo filo-occidentale il bilancio delle vittime è di 13 morti e oltre 30 feriti secondo i responsabili della sicurezza libanese. Gli scontri più gravi, come nei giorni scorsi, si stanno verificando nella zona di Mazara, la zona meridionale della capitale verso il mare, ma anche in altri quartieri si registrano violenze. Molti alimenti considerati essenziali, come acqua, pane e latte, iniziano a scarseggiare in alcuni supermercati e le scorte potrebbero non esser arrivare a causa della chiusura, da tre giorni, dell’aeroporto internazionale di Beirut e, da stamani, anche del porto. Le strade continuano a esser deserte e a fare la spesa sono per lo più uomini. All’interno dei supermercati, i clienti si muovono nervosi e con passo veloce tra gli scaffali, con all’orecchio piccole radio portatili accese per rimanere al corrente degli sviluppi della crisi.

Chiuso il porto di Beirut "L’attività del porto di Beirut è stata sospesa fino a nuovo ordine", ha reso noto la Direzione Portuale della capitale libanese. In un comunicato citato dall’emittente Tv Lbc, è stato precisato che la misura si è resa necessaria "a causa della situazione attuale". Resta intanto chiuso anche l’aeroporto internazionale di Beirut, reso inaccessibile sin da mercoledì scorso dai blocchi stradali allestiti da miliziani di Hezbollah. Così come l’autostrada per il valico di frontiera con la Siria a Mesnaa, nella valle orientale della Bekaa, dove i blocchi sono stati invece allestiti dai miliziani filo- governativi.

Oscurata la televisione governativa Uomini armati fedeli all’Hezbollah hanno imposto l’oscuramento dell’emittente televisiva libanese filo-governativa Future News, di proprietà del leader della maggioranza di governo anti-siriana, Saad al-Hariri. "Un ufficiale dell’esercito accompagnato da membri di Hezbollah è entrato nella sede dell’emittente e ci ha imposto di chiudere le trasmissioni. Siano oscurati", ha detto la fonte alla Reuters.

Jumblatt lascia la residenza sotto scorta Il leader dei drusi libanesi, Walid Jumblatt ha lasciato la sua residenza di Beirut sotto la scorta dell’esercito, dopo che le milizie sciite di Hezbollah hanno preso il controllo della maggior parte della capitale libanese. Il leader della maggioranza anti-siriana, Saad Hariri, sui trova nella sua abitazione il cui muro di cinta è stato colpito da una granata a razzo; quanto al premier Fuad Siniora, si troverebbe nei suoi uffici del centro, sotto stretta sorveglianza.

Frattini: "Pronti a evacuare gli italiani" Di fronte al peggiorare della crisi in Libano il neo ministro degli Esteri, Franco Frattini, sta preparando un ponte per evacuare i connazionali che vogliono lasciare il Paese dei Cedri. "Mi sono preoccupato dei nostri connazionali - ha detto il titolare della Farnesina - e ho dato disposizioni per coloro che vogliono evacuare l’area centrale di Beirut che possono farlo e avranno un ponte nazionale".

Interrogato dai giornalisti sulle regole di ingaggio, Frattini ha detto che "non bisogna parlare di cambiamento delle regole": "Bisogna sentire i nostri militari che comandano Unifil su come funzionano queste regole".

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