Nell'Ohio dei licenziamenti record, segno più evidente della crisi economica dell'America che si avvia ad archiviare l'era Bush, Hillary Clinton è risorta: nel giorno del giudizio per le sue speranze presidenziali, la senatrice democratica ha fermato la corsa di Barack Obama, interrompendo con tre successi la sua sequenza di undici vittorie consecutive e aprendo la strada alla nuova battaglia campale: 22 aprile, Pennsylvania. "Perché Hily" ha fatto un tris conquistando oatre all'Ohio e il Rhode Island anche il Texas, altro grande "stato chiave", stando alle ultime proiezioni della Cnn. Secondo l'emitente Tv, con l'84% dei voti scrutinati, la Clinton ha ottenuto il 51% dei suffragi, mentre Obama si assesta al 47%. Il voto si è svolto in due tappe in Texas: dopo le primarie, gli elettori che lo desideravano si sono recati ai caucus, le assemblee, per eleggere un terzo dei delegati in vista della Convention di Denver, a fine agosto. Lo scrutinio dei caucus è ancora in corso, ma secondo la Cnn non ribalterà il risultato. Così Hillary Clinton si rafforza quando sembrava a un asso dal baratro, recupera e la sfida per la nomination alla casa Bianca in casa democratica si fa sempre più serrata e appassionante.
"Come vota l'Ohio, così vota la nazione" La senatrice 'rinata' per la seconda volta in tre mesi (la prima fu in New Hampshire) esulta ricordando che nessuno candidato ha mai vinto la Casa Bianca senza aver vinto le primarie nello stato "campo di battaglia" dell'Ohio: "Andremo avanti, andremo forte, andremo fino in fondo". Giacca corallo, con Chelsea ma senza Bill, Hillary ha ringraziato gli elettori a Columbus chiedendo di continuare a votare e altrettanto fondamentalmente, aprire il portafoglio per lei. La senatrice era arrivata all'appuntamento elettorale di ieri in quattro stati - si è votato anche in Texas e Vermont - decisamente malconcia ma nello stato di Columbus l'ansia delle tute blu che rischiano il posto di lavoro le ha garantito il vantaggio che conta sul rivale Barack Obama. E' quanto basta ad assicurare alla ex First Lady la resurrezione politica e la sopravvivenza almeno fino alle primarie del 22 aprile in Pennsylvania, uno stato politicamente gemello dell'Ohio.
Obama ha stravinto in Vermont Per Barack i 22 punti di vantaggioconquistati in questo stato non sono bastati a schiacciare la rivale: il Rhode Island per Hillary (17 punti davanti) è stata per la ex First Lady la ciliegina sulla torta. Erano in palio ieri 370 delegati per i democratici, 256 per i repubblicani, nel cui campo l'altro Lazzaro della politica Usa, John McCain, si è liberato una volta per tutte del rivale Mike Huckabee conquistando al candidatura. "Congratulazioni, ci vediamo in novembre", gli hanno telefonato sia Obama che Hillary.
La telefonata al rivale McCain Il senatore dell'Illinois ha telefonato al potenziale rivale repubblicano da San Antonio, in Texas, dove ha seguito i risultati che lo hanno dato fino all'ultimo testa a testa con la rivale. In Ohio, dove Hillary ha conteso a Obama 141 delegati, si è votato sotto la pioggia e il ghiaccio: nonostante il maltempo l'affluenza è stata da record. Mille possibili varianti avevano occupato ieri i politologi: il complicato sistema del Texas dove oltre alla primarie si tengono 'caucus' (assemblee di partito) rende possibile che Hillary vinca il voto popolare e perda sul fronte dei delegati. Altrettanto complesso è lo scenario di qui al 22 aprile. Hillary non ha voluto dire se si metterà in gioco nelle prossime due gare, Wyoming sabato e Mississippi l'11 marzo, mentre è chiaro che considera la Pennsylvania, stato clone dell'Ohio come composizione demografica, tuttora sua terra di conquista.
Barack: "Comunque vada vincerò io" Dopo queste primarie "avrò grosso modo lo stesso vantaggio in termine di delegati che avevo prima dello scrutinio", cioé comunque vada rimango in testa e "vincerò la nomination", ha detto Obama prendendo la parola davanti ai suoi sostenitori a San Antonio, in Texas, Obama, salito sul palcoscenico tenendo per mano la moglie Michelle, ambedue vestiti di nero.
Democratici, corsa lacerante La corsa si preannuncia lunga e lacerante per il partito democratico. Obama ha già diffuso una mail ai sostenitori: "Quando il polverone si sarà posato, si vedrà che abbiamo ancora un solido vantaggio. E grazie ai milioni di persone che sono per il cambiamento, continueremo a vincere delegati". I democratici assegnano i delegati proporzionalmente ai voti ottenuti. Quindi anche in Ohio, Obama ne ha conquistati una bella fetta. In Texas, poi, dove una parte vengono assegnati con caucus o assemblee partecipative dove la macchina dell’entusiasmo di Obama funziona benissimo, il senatore dell’Illinois sarà molto vicino alla rivale.
I conti dei delegati Intanto, il sito realclearpolitics azzarda il seguente computo: a giochi fatti Barack Obama avrebbe 1.482 voti utili per la convention di fine agosto, di cui 1.280 delegati e 199 superdelegati (secondo la Associated Press, ne ha 1.477). Hillary Clinton avrebbe 1.390 voti di cui 1.149 delegati e 241 superdelegati (secondo la Associated Press, ne ha 1.391). Per la nomination servono 2.025 voti. Ovviamente il numero dei delegati semplici, scelti dagli elettori, ancora da assegnare diminuisce man mano che gli Stati votano: ce ne sono poco più di seicento ancora in lizza.
È quindi impossibile che Hillary distacchi il rivale, e improbabile anche che lo raggiunga. I due prossimi appuntamenti - sabato il Wyoming, martedì prossimo il meridionale Mississippi - vedono già Obama favorito. La senatrice ha più speranze in Pennsylvania, in aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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