Hillary sempre più arrabbiata, Berlusconi rimprovera Bertolaso

Sarebbe stato «opportuno evitare dichiarazioni che possono involontariamente innescare polemiche». È stato necessario un intervento al più alto livello, quello del premier Silvio Berlusconi, per chiudere un’incomprensione - inusuale tra Italia e Stati Uniti - che era scivolata in un caso diplomatico. Un incidente tra Roma e Washington nato da una intervista di Guido Bertolaso nella quale il capo della Protezione civile aveva ruvidamente criticato l’amministrazione Obama per la gestione dei soccorsi ad Haiti.
«Sono profondamente ferita dalle critiche», ha detto ieri senza mezzi termini il segretario di Stato Hillary Clinton pur non citando espressamente l’Italia. Poco dopo è giunta la precisazione del presidente del Consiglio: un intervento sofferto quello del premier, pesato in ogni parola ma ormai necessario con il quale, dopo aver lodato la «generosità» degli Stati Uniti, ha di fatto ribaltato l’analisi di Bertolaso, uno degli uomini a lui più vicini e che per Palazzo Chigi ha gestito tutta la complessa fase dell’emergenza-terremoto all’Aquila.
Ma troppo forte si è mostrata l’irritazione della Casa Bianca e il premier ha voluto chiudere una crepa che si stava pericolosamente allargando tra Roma e Washington, «alleati di ferro», come li ha definiti proprio la Clinton. L’amministrazione Obama ha scelto di muovere la propria possente diplomazia per rintuzzare sul nascere le «critiche ingiuste» che si stavano levando nel mondo sull’intervento a stelle e strisce nell’isola caraibica. Hillary Clinton ha fatto sapere di avere inviato alle ambasciate Usa nei Paesi interessati le istruzioni per rispondere alle critiche. Istruzioni che sono state eseguite anche dall’ambasciata americana a Roma attraverso contatti con Palazzo Chigi e Farnesina. Si chiedeva una precisazione al più alto livello.
Non è bastato quindi l’intervento di lunedì del ministro degli Esteri Franco Frattini che proprio da Washington aveva già “isolato” Bertolaso: «Il governo non si riconosce in alcune delle sue dichiarazioni» e in particolare su quelle sul ruolo degli Usa, aveva detto il titolare della Farnesina subito dopo un incontro con Hillary Clinton. Così come non è bastata la precisazione dello stesso Bertolaso che lunedì sera faceva sapere di aver criticato solo le organizzazioni internazionali e la gestione Onu degli aiuti. Niente da fare: l’ira americana non si è placata, rendendo così inevitabile una presa di posizione dello stesso Berlusconi.
Caso chiuso quindi. E in ogni direzione, come ha confermato il portavoce del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon: «Non c’è nessun problema tra l’Italia e l’Onu sugli aiuti ad Haiti perché il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha chiarito tutto». Poche, analoghe, parole dal ministro degli Esteri Frattini: «Il presidente del Consiglio ha parlato. E le parole del presidente del Consiglio sono chiare. Non c’è da commentare oltre. Il caso è chiuso».


Resta un dubbio: si è trattato di ira americana o della famiglia Clinton? Nell’intervista che ha dato il via al caso, Bertolaso si è lasciato sfuggire una critica personale, diretta all’ex presidente Bill Clinton: «Gli Usa si sono affidati troppo alle stellette», quando invece «avrebbero avuto bisogno di un Obama dell’emergenza», aveva premesso Bertolaso. «Un uomo che poteva essere Bill Clinton che, piuttosto che farsi riprendere mentre sposta delle cassette d’acqua, avrebbe dovuto mettersi nel quartiere generale e gestire lui l’emergenza».

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