Leggi il settimanale

Hitchens, fedele all’ateismo e alla ragione

Hitchens, fedele all’ateismo e alla ragione

Dio non è grande e La posizione della missionaria. Basterebbero questi due titoli (usciti in Italia rispettivamente da minimum fax e Einaudi) a dare un’idea di come la pensasse, in tema di religione, Christopher Hitchens, il giornalista, critico letterario e commentatore politico inglese naturalizzato statunitense morto due giorni fa. Il suo ateismo non era strumentale, bensì filosofico. «Non sono neutrale rispetto alla religione - disse in un’intervista -, le sono ostile. Penso che essa sia un male, non solo una falsità. E non mi riferisco solo alla religione organizzata, ma al pensiero religioso in sé e per sé». Infatti se la prese, e molto, anche con quello che chiamava «islamofascismo», cioè il fascismo dal volto islamico, quello, per esempio, che emise la condanna a morte per Salman Rushdie a causa dei famosi Versetti satanici.
Nato nel ’49 a Portsmouth, partito da posizioni trockijste ma progressivamente allontanatosi dalla sinistra soprattutto dopo l’Undici settembre, è stato di volta in volta etichettato come liberal o come neo-cons. E la cosa, dal suo punto di vista, laico a 360 gradi, suona bene.

Ha scritto, fra l’altro, per testate molto lontane fra loro, come il Wall Street Journal e Vanity Fair e i suoi punti di riferimento culturali sono stati Thomas Jefferson, il terzo presidente degli Stati, Uniti, il filosofo e rivoluzionario Thomas Paine e George Orwell.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica