«Ho cambiato idea: torno al cinema sognando Hitchcock»

Aveva detto: «Eviterò i film stupidi». Ma ora gira con Tim Roth «Youth without Youth»: «Il mio protagonista è una specie di James Stewart»

Roberta Pasero

Eppure aveva detto basta: «Io non sono come William Shakespeare e nemmeno come Giuseppe Verdi che ha composto Otello in tarda età. Io credo che gli artisti dovrebbero smettere quando sono ancora giovani, per evitare, nel caso dei registi, di girare film stupidi. A volte mi piacerebbe tornare studente e avere la possibilità di pensare soltanto al cinema, senza altre distrazioni. Però visto che ciò non è possibile ho deciso di fare per sempre il silente». Ma pochi mesi dopo queste dichiarazioni pronunciate la primavera scorsa durante un blitz italiano, Francis Ford Coppola ci ha ripensato ed è ritornato sul set.
Mai dire mai: adesso, otto anni dopo l’ultimo ciak di L’uomo della pioggia con Matt Damon e Danny De Vito, il regista de Il padrino torna al suo vecchio amore: il cinema. Proprio in queste settimane sta girando in diverse parti del mondo Youth without Youth (Gioventù senza gioventù) una pellicola tratta dal racconto omonimo dello scrittore e filosofo romeno Mircea Eliade ispirata alla vita del poeta Mihai Eminescu, protagonista Tim Roth e con nel cast anche Bruno Ganz. «Sì, ho deciso di tornare alle origini della mia vita, di tornare al cinema, girando la storia di un professore universitario la cui esistenza cambierà radicalmente dopo un drammatico incidente negli anni bui che hanno preceduto la seconda guerra mondiale», spiega Coppola, 66 anni, indimenticabile regista di Apocalypse Now. «Il professore, braccato, dovrà fuggire attraverso diversi Paesi in un viaggio interminabile che lo porterà, tra l’altro, in Romania, Bulgaria, Svizzera, Malta, India».
Basta, dunque, pensare soltanto alle 12 milioni di bottiglie di vino che produce ogni anno nella Napa Valley, basta occuparsi dei redditizi progetti edilizi nel Belize, in Guatemala dove ha costruito resort nella giungla e persino in Basilicata, la regione dei suoi avi dove dovrebbe aprire un hotel per pochi eletti. Per qualche mese almeno, tutti i suoi pensieri saranno per questa pellicola, di cui ha firmato anche la sceneggiatura ed è prodotta dalla sua American Zoetrope, che uscirà l’anno prossimo e che è già attesissima. «Il progetto di questo nuovo film mi ha fatto ritrovare entusiasmi perduti» racconta Coppola. «Entusiasmi nati dall’aver trovato nel racconto di Eliade i temi chiave della vita che ho sempre sperato, un giorno, di poter comprendere meglio, che sono il rapporto con il tempo, con la propria coscienza e con la dimensione fantastica della realtà. Per me girare Youth without Youth è un piacevole ritorno alle ambizioni e alle speranze che ponevo nel mondo del cinema quando ero un giovane studente, non ricco, non famoso».
Accantonato il progetto del kolossal Megalopolis che doveva essere ambientato nella New York del futuro e anche quello di trasformare in un film Sulla strada di Jack Kerouac di cui aveva persino già acquistato i diritti, proprio quando sembrava che si fosse deciso a passare per sempre il testimone alla figlia Sophia, Coppola si è convinto a riprendere in mano copioni e macchine da presa: «Perché quella che sto girando è una parabola, una favola» racconta il cineasta italo americano.

«In un certo senso è come una pellicola di Hitchcock nella quale Tim Roth sarà un po’ l’equivalente di James Stewart, un tipo assolutamente normale che si trova a vivere e ad affrontare una situazione più grande di lui. E girarla per me vuol dire soprattutto riscoprirmi come uomo e come artista».

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