«Ho detto no al Memorial per il British Open»

La prima notizia da annotare è che il wonderboy del golf italiano, il diciassettenne Matteo Manassero, si è sfidanzato («ci siamo lasciati di comune accordo» racconta con un filo di voce) e questa è una di quelle news che tutte le aspiranti veline sparse per lo Stivale dovrebbero annotarsi con tanto di evidenziatore. Ora. Archiviati i problemi di cuore, il veronese veleggia comunque sicuro nelle acque agitate della vita da professionista: con due sole gare all’attivo sullo European Tour (Italian Open e Pga Championship) ha già intascato 63mila euro e qualche centesimo, spiccioli che gli valgono l’attuale, ottima 131ª posizione nella Money List. Tradotto: è in piena media per la conquista della carta europea. Per assicurarsi l'accesso al Tour dell’anno prossimo, infatti, avrebbe bisogno più o meno ancora di 150mila euro: per raggranellare il gruzzolo mancante può contare su cinque inviti ad altrettanti tornei della Race to Dubai, oppure, in alternativa, dedicarsi in contemporanea anche al circuito Challenge. Anche per questo motivo, dunque, Manassero si è visto costretto a dire no a Jack Nicklaus: invitato infatti dall’Orso d’Oro in persona a partecipare al «suo» torneo, quel Memorial per il quale negli Stati Uniti fanno la fila in tanti, il ragazzino ha cortesemente declinato l’invito: «la rinuncia al Memorial, che pure è una gara fantastica è totalmente legata alle qualifiche per il British Open».
Spiegati meglio.
«Per essere in tabellone a Saint Andrews, nell’Open Championship di luglio, devo necessariamente superare delle selezioni e purtroppo una di queste è praticamente in contemporanea con il torneo di Nicklaus».
Dove e quando giocherai questa qualifica?
«In Inghilterra, a Sunningdale il 7 giugno. Si tratterà di completare 36 buche in un giorno e di piazzarsi più o meno nelle prime dieci posizioni».
Non è un’impresa facile: a Walton Heath hai tentato la stessa trafila per entrare allo Us Open, ma, nonostante due ottimi giri sotto al par, sei rimasto fuori di un soffio.
«Sì, peccato. Ma si è trattato comunque di un'esperienza positiva. Mi è piaciuto l'atteggiamento mentale che sono riuscito ad avere, soprattutto tra la fine del primo giro e l’inizio del secondo, quando ho incontrato qualche difficoltà. Sono riuscito però a tenere insieme le fila del mio gioco e, quasi, quasi, mi qualificavo».
Alcuni hanno sostenuto che la tua mancata qualifica allo Us Open ti aiuterà a concentrarti maggiormente sullo European Tour.
«Non sono d'accordo. Un Major è pur sempre un Major e i dollari che eventualmente avrei guadagnato a Pebble Beach sarebbero comunque finiti nella Money List europea, aiutandomi così nella mia rincorsa verso la carta».
A Wentworth, al Pga Championship, invece, ti sei tolto delle ottime soddisfazioni.
«È vero. Sono molto soddisfatto del mio torneo a Londra, perché il mio golf è stato molto regolare. Ma anche in questo caso l’aspetto migliore è stato quello mentale, che mi ha sempre permesso di recuperare parecchi colpi nel finale, specialmente nel terzo e quarto giro».
Tutto sembra indicare che questa nuova vita da pro ti piaccia sul serio.
«Non riesco davvero a trovare un aspetto negativo. Mi piace tutto. Mi diverto e soprattutto mi sento molto coccolato».
Oltre al golf, la tua altra passione è il Milan. Cosa pensi allora di Allegri come nuovo mister rossonero?
«Lo ammiro molto. Nutro solo una perplessità: ha sempre allenato solo squadre piccole. Però l'anno scorso pensavo lo stesso di Leonardo, che poi nei fatti mi ha smentito, disputando un gran campionato con la squadra che aveva a disposizione.

Dunque mi auguro che anche Allegri faccia altrettanto».
In un ipotetico Fantacalcio, dunque, chi compreresti per il Milan?
«Non c’è dubbio: in questo momento farei pazzie per Milito! In questi casi si deve sempre investire su un grande attaccante».

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