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"Ho passato la crisi dei 40 e Hollywood mi vuole ancora"

Meg Ryan ospite d'onore tra i ragazzi di Giffoni: "Sto ancora girando il remake di Ricche e famose, il mio primo film". Quattro pellicole in uscita e un progetto come regista

"Ho passato la crisi dei 40 e Hollywood mi vuole ancora"

Salerno - Per Meg Ryan il cerchio si chiude. Poco più che diciottenne esordisce sul grande schermo in Ricche e famose, ultimo film del 1981 di uno dei più grandi registi del cinema hollywoodiano classico, George Cukor, e ora ha da poco terminato le riprese di Donne di Diane English (in uscita da noi in novembre), remake, attualizzato dell'omonimo film diretto nel 1939 dallo stesso regista. In mezzo ventisette anni di carriera di commedie romantiche (tranne l’erotico e controverso In the Cut di Jane Campion) e una grande popolarità conquistata soprattutto grazie al celebre personaggio in Harry ti presento Sally di Rob Reiner con la leggendaria sequenza in cui mima, di fronte a un imbarazzatissimo Billy Cristal, un orgasmo in un ristorante.

Ospite d’onore al Giffoni Film Festival, si tuffa tra i ragazzi provenienti da tutto il mondo sfoggiando una mise di grande semplicità, gonna nera e camicetta bianca. Un trucco leggero e il volto di sempre, delicato, furbetto con quei due occhi azzurri che, glaciali, ti fissano attraverso una fessura tagliente come una lama. Quarantasette anni, alle spalle tanti flirt e un matrimonio con Dennis Quaid da cui ha avuto il figlio Jack di cui lei dice un gran bene: «È anche lui un filmmaker, gli ho fatto vedere La dolce vita di Federico Fellini ed è stato colpito dallo spirito visionario di questo grande regista».

Quale la stagione della vita sta vivendo?
«Potrei dire l'autunno. Ma la verità è che questo è un periodo per me di grande felicità e pace».

In questi mesi ha quattro film in uscita. Quindi a Hollywood superati i quaranta si lavora comunque.
«Ma lo step dei quaranta esiste, purtroppo. Ma io mi sento molto più creativa di prima e con interessi ancora maggiori.»

In The Deal prende in giro la produzione dei film americani.
«Oggi a Hollywood c’è un cambiamento radicale tra major e produttori indipendenti. Rimane il fatto che questo è un mondo prevalentemente maschile che produce film per giovanissimi. Nel mio piccolo cerco di districarmi in questa giungla».

Lei è figlia di un insegnante di matematica e di un’attrice. Si sente più razionale o creativa?
«Nella vita occorrono entrambe le cose».

È un caso che in due nuovi film interpreti una moglie tradita?
«È un’esperienza molto comune per tante di noi e, paradossalmente, può essere divertente da portare sullo schermo».

Come in Serious Moonlight di Cheryl Hines?
«Lì c’è il personaggio di mio marito che dice di essere innamorato di un’altra. A quel punto lo chiudo in bagno minacciando di non lasciarlo uscire finché non sarà di nuovo innamorato di me. Ovviamente è un divertente braccio di ferro».

Che ricordo ha di George Cukor con cui ha iniziato e ora ha recitato nel remake di Donne?
«È buffo. Quando lavoravo in Ricche e famose e facevo la figlia di Candice Bergen, come mi ricapita ora in Donne, ero così ingenua che non capivo con chi stessi lavorando, sbagliavo anche il suo nome. Ma lui è il re della commedia, il più grande».

Con le altre attrici del film come s'è trovata?
«Eva Mendes è come una sirena, Candice Bergen dolcissima, Annette Bening divertentissima».

Alle presidenziali chi voterà?
«Io sostengo al cento per cento Obama. Occorre uno come lui per cambiare alla grande».

Che idea ha dell’Italia?
«C’è una lunga e poetica storia sul cinema italiano e la sua commistione tra il sublime e il comico nell’opera d'arte. È proprio come vedo il popolo italiano, molto divertente, buffo e vivace».

C’è un regista con cui vorrebbe lavorare?
«Nel passato certamente Fellini, ora

sono molto attratta da Gabriele Muccino».

E un film che vorrebbe fare?
«Un progetto tutto mio da regista, The Human Comedy. Perché, nonostante tutto, credo ancora fermamente nella commedia romantica».

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