da Erba (Como)
Limmancabile domanda è arrivata anche per Carlo Castagna, che nella strage di Erba ha perso la figlia Raffaella, la moglie Paola Galli e il nipote Youssef. Ogni volta che la cronaca nera italiana scende di un gradino verso labisso della bestialità e registra episodi spaventevoli per disumanità non manca mai un cronista disposto a porla, quella domanda, anche se dallaltra parte cè un uomo distrutto: «Lei perdona?». A volte segue un diniego sdegnato, più spesso arriva una risposta tra lo sbalordito e il confuso, una richiesta di prendere tempo per pensare, per lasciar sedimentare nel proprio animo lincredibile che purtroppo è diventato realtà. Talvolta, invece, la risposta è - incredibilmente - positiva.
«Bisogna perdonare, non si può non perdonare. Bisogna dire: Signore metti loro una mano sulla testa». Così Carlo Castagna ha risposto alle domande del giornalista che lo ha intervistato per La vita in diretta.
«Lei li perdona?», ha ribadito il cronista. «Certo, ci mancherebbe altro» è stata la risposta di Carlo Castagna. Un fratello di Raffaella, Giuseppe, dice: «Adesso sappiamo chi è stato e giustizia, si presume, verrà fatta. Non cambia il fatto che i nostri cari non ci saranno più». «Il perdono - prosegue Giuseppe, rispondendo alle domande del giornalista - in questi casi... è difficile dirlo ora... probabilmente con il tempo il perdono arriverà, per adesso non esiste l'odio, almeno da parte mia. L'odio è un sentimento difficile da gestire... Che dovrei fare? Del male ai loro cari? Non è un sentimento che può portare a nulla. Non ho sentimenti di vendetta, non è nella mia natura. Semmai provo pena per queste persone».
Alle esequie di Raffaella e del piccolo Youssef in Tunisia non ci sarà la famiglia Castagna. «Non possiamo andare in Tunisia - spiega Giuseppe - per un problema logistico e per la salute di papà. Ma sarà nostra premura andare tra una settimana o due o tra un mese».
Sconcerto anche tra i vicini di casa e altre persone intervistate a Erba. «Sono diventati tutti matti - dice qualcuno - la gente non sa più controllarsi. Quei due ora bisogna metterli in galera e non farli uscire più».
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