«Era quello che ci voleva». Marcello Lippi deve aver immaginato il felice sbocco di Italia-Bulgaria tante volte, tutte le volte anzi che si è trovato dinanzi agli interrogativi che di solito gli fanno saltare la mosca al naso. Ha puntato sullorgoglio ferito dei suoi mondialisti per fare la festa a Berbatov e ritagliarsi in anticipo laccesso al Sud Africa, disinnescando il prossimo viaggio a Dublino, al cospetto del vecchio, caro, intramontabile Trap. «Era quello che ci voleva» continua a ripetere per tutto il giorno Marcello Lippi ricevendo i complimenti dei fedeli amici e le scuse di qualche feroce critico, già tornato a Canossa. Ci voleva il successo e cè stato. Ci voleva qualche golletto confezionato in geometrica scansione e cè stato, senza ricorso allabominevole concorso di un Kaladze qualsiasi. Ci voleva una prova di marcata padronanza del gioco e cè stata grazie agli estri di Pirlo, sorvegliati dal partner preferito, De Rossi disposto al sacrificio per garantire solidità alla difesa. «Pirlo avanzato è una soluzione che mi piace» il giudizio col quale riconsegna al Milan un ispiratore messo in discussione dal derby e non solo, troppo esposto nel ruolo di playmaker soggetto alla supremazia fisica dei rivali.
Ci voleva una serata così per cementare la fiducia che sera smarrita, recuperare lo smalto di Grosso appena arrivato a Torino, scoprire la gioventù di Marchisio tra i nuovi esponenti delleterna Juventus e prepararsi al mondiale mettendo in fila già le pretendenti al titolo. «LInghilterra di Capello con Brasile e Spagna saranno le favorite» il pronostico del ct viareggino che di pronostici perisce da qualche giorno a questa parte, dopo aver scommesso sullo scudetto in bianconero. Ieri sullargomento polemico è tornato addirittura Massimo Moratti annunciando «tifo Lazio questa volta visto che Lippi tifa Juve» e consentendo al ct il più efficace gioco di rimessa che forse chiuderà il duello rusticano in atto. «Io tifo Italia, il resto è pronostico» la risposta. I due sigilli resi alla Bulgaria, uno più bello dellaltro, hanno avuto il merito di cementare un gruppo che sembrava già smarrito al culmine di una disastrosa Confederations Cup e allindomani della prova disarmante di Tbilisi. «Dobbiamo arrenderci a una realtà: di questi tempi il calcio italiano è indietro di preparazione rispetto alla concorrenza» la conclusione di Lippi.
Ci voleva, alla fine, una serata così per recuperare la sicurezza che consentì nelle notti di Duisburg la cavalcata trionfale del mondiale 2006.
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