Hodgson e il genero di Maradona si giocano l’altra coppa

Atletico Madrid e Fulham si giocano questa sera l’Europa League ad Amburgo, una coppa senza titolo che l’Uefa tiene in piedi per monetizzare dopo aver soppresso coppa delle Coppe, coppa Uefa e prima ancora la coppa delle Fiere. Nonostante questo i club ce la mettono tutta, fra incassi al botteghino e diritti tv ci scappa mezza stagione pagata o quasi, sempre se si arriva in fondo come Atletico e Fulham, partiti da lontano, anzi lontanissimo. L’Atletico è stata l’unica spagnola a uscire dalla Champions ai gironi, poi ha vinto a Istanbul con il Galatasaray e clamorosamente eliminato il Liverpool in semifinale. Il Fulham è Roy Hodgson, il tecnico di Croydon che venne all’Inter pensando di allenare contemporaneamente anche la nazionale svizzera. All’Inter è ricordato per la cessione di Roberto Carlos, in Svizzera è stato probabilmente il miglior ct della storia di questa nazionale con cui ha raggiunto la fase finale del mondiale 1994 e dell’europeo 1996. Ad Appiano Gentile era gentilissimo, si fermava sempre a fare due chiacchiere quando ancora non c’era il famigerato muro eretto poi da Marcello Lippi, arrossiva, bofonchiava e annunciava così il suo calcio semplice e naturale, delizia della campagna. Tanti club, anche importanti, e, dal dicembre 2007, il Fulham, il più antico club londinese, anno di fondazione 1879, quartiere di Londra schiacciato fra Chelsea e il centro, il club di Billy the badger, il tasso, mai un titolo, zero soddisfazioni.
Roy si rigioca l’Europa di serie B dopo la sconfitta ai rigori contro lo Shalke 04 alla guida dell’Inter. Uomo di una educazione smisurata ma assolutamente fuori registro. Cominciò la sua carriera nel 1976 con l’Halmstads che aveva evitato a malapena la retrocessione, con Roy la stagione successiva vince il campionato, evento che in Svezia citano tuttora per spiegare un fatto assolutamente anormale: «La mia impresa più grande - sostiene Hodgson -, il miracolo». Dopo il 4-1 che ha asfaltato la Juve, al Fulham si cammina a un metro dal prato: «Da quella notte le serate non sono più le stesse - ha dichiarato il centrocampista Simon Davies -. Roy è stupendo, ci dà tranquillità».


Dall’altra parte il genero di Maradona, Sergio Aguero: «Sono convinto che chiuderemo in bellezza, con Sanchez Flores l’Atletico è diventato una squadra». Se il calcio ha un senso l’Atletico stravince, ma il calcio rasoterra del tecnico di Croydon, votato manager dell’anno in Inghilterra, fa miracoli.

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