Hotel in fiamme, panico a piazza Bologna

Hotel in fiamme, panico a piazza Bologna

Scoppia un incendio in albergo, panico ieri mattina all’hotel «San Giusto» di via Livorno, all’angolo con piazza Bologna. Sessantasette le persone finite in ospedale, tra feriti e intossicati. Il più grave è un ragazzo coreano di 14 anni, in vacanza a Roma con la famiglia e alcuni amici. È volato giù dal primo piano rialzato per sfuggire alle fiamme e nella caduta si è fratturato tre vertebre. Ma poteva essere una strage. Il rogo è divampato intorno alle 6.30 dalla stanza 16/bis al primo degli otto piani dell’edificio, in un’ala del palazzo condivisa con numerosi appartamenti privati e con affaccio su una sorta di chiostrina interna. In pochi istanti il fumo acre e denso ha invaso scale e pianerottoli, penetrando nelle camere, rendendo l’aria irrespirabile. «Sono stato svegliato dalle urla delle gente - racconta un turista lombardo - l’allarme antincendio non l’ho sentito, forse non è nemmeno suonato. Non si vedeva più nulla, non riuscivamo a raggiungere le scale e il fumo ti aggrediva la gola. Siamo piombati in un inferno». Per gli inquirenti le cause sarebbero accidentali: «Il fuoco - spiega il comandante dei pompieri, Guido Parisi - si è propagato in un angolo della camera in cui erano posizionati un armadio, la televisione e un frigobar. La scintilla potrebbe essere partita da lì». Gli investigatori non escludono nemmeno che gli occupanti della tripla, tre coreani nella capitale da lunedì, avessero utilizzato e lasciato acceso degli apparecchi elettrici propri, come un phon o un fornelletto usato per preparare delle tisane. Alle 6.15 i tre lasciano l’albergo. Dopo un quarto d’ora le fiamme. «Sono stata avvisata dal portiere alle sette meno un quarto - racconta ancora scossa Concetta Greco, direttrice della struttura appartenente alla catena Leonardi Hotels - mi sono subito precipitata sul posto. L’arrivo dei vigili del fuoco, della polizia e delle ambulanze è stato immediato. Abbiamo detto alle persone di stare calme, di non buttarsi giù. Ma la paura era tanta». Dalle finestre del primo e secondo piano qualcuno comincia a lanciare in strada i primi materassi; altri annodano le lenzuola alla ringhiera e cercano di calarsi di sotto, c’è chi tenta di scivolare giù aggrappandosi alle grondaie. Tutti col terrore negli occhi, la paura di finire come topi in trappola.
I mezzi del 118 cominciano la spola con gli ospedali più vicini. Al Pertini e all’Umberto I finiscono i codici gialli, quelli più gravi. Ma presto vengono intasati pure i pronto soccorso del San Giacomo, Santo Spirito, San Camillo, San Giovanni, San Filippo Neri, Fatebenefratelli, dei Policlinici di Tor Vergata e Gemelli. Il sostituto procuratore Giovanni Salvo, intanto, ha messo sotto sequestro l’intero edificio, aprendo un fascicolo contro ignoti.

La Procura romana ora passerà al vaglio tutta la documentazione relativa alla messa a norma elettrica e antincendio dell’albergo, le testimonianze dei clienti e dei primi soccorritori. La proprietà avrebbe avuto tempo fino al 31 dicembre di quest’anno per adeguarsi alla normativa del ’94, alcuni lavori erano cominciati ma molto era ancora da fare.

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