Incittà è ormai «emergenza casa». E, finalmente, se ne sono accorti anche dalle parti del Campidoglio. Tanto è vero che il Comune lo scorso maggio ha emanato una «Deliberazione programmatica sulle politiche e sullemergenza abitativa nellarea comunale romana» per fare fronte alla situazione. O almeno per provarci. Tantè vero che a fine luglio è stato firmato un protocollo dintesa con cui Comune e Regione si sono impegnati a stanziare 147 milioni di euro (85 provenienti dal Campidoglio e 62 dalla Pisana) per affrontare il problema dellemergenza alloggi nella capitale.
Il sindaco Veltroni, nelloccasione, ha dichiarato: «Abbiamo cominciato ad affrontare assieme alla Regione una questione urgente e drammatica per tante famiglie. Con questo accordo incrementiamo i fondi per lacquisto di alloggi che assegneremo alle persone in graduatoria. Entro la fine del 2005 assegneremo circa 2.300 alloggi per 10mila persone. In più tra buoni casa e assistenza alloggiativa garantiremo assistenza a 15 mila famiglie». Questo nel futuro, ma «lemergenza casa» ha radici lontane. Negli ultimi anni il disagio abitativo a Roma e nel Lazio è cresciuto, in seguito al progressivo aumento dei prezzi degli immobili residenziali e degli affitti, che in alcuni casi ha addirittura superato il 100 per cento.
Questa situazione ha causato un vertiginoso aumento degli sfratti: nel primo semestre del 2004 sono cresciuti del 71 per cento e solo a Roma gli sfratti pendenti sono stati cinquantamila. Colpite diverse fasce sociali, ma, in particolare, le famiglie più povere, che devono fare i conti con un numero di alloggi popolari e sostegni finanziari ancora insufficienti e i nuclei in condizioni economiche precarie, che non sono in grado di accedere al mercato libero della locazione, ma neppure hanno un reddito tanto basso da consentire loro la collocazione nelle fasce alte delle graduatorie per lassegnazione delle case popolari.
Ma gli studenti fuori sede non se la cavano davvero meglio. Anzi. Secondo la delibera comunale di fine maggio «a Roma gli universitari fuori sede sono circa ottantaduemila, di cui quelli bisognosi e meritevoli idonei alla graduatoria per lalloggio nelle case dello studente sono diecimila».
Se si considera che i posti letto nelle case dello studente a cui si accede per concorso (in base al merito, al reddito e al patrimonio, questi i parametri), stando al bando 2005-2006 emanato dallAgenzia per il diritto agli studi universitari nel Lazio (Laziodisu), sono meno di duemila, si capisce la gravità della situazione. E, nel presente, a poco serve la costruzione annunciata dal Comune di tre campus universitari, finanziati dallInail, che sorgeranno a Pietralata, Acilia e Tor Vergata e che dovrebbero fornire circa seimila posti letto.
Lennesimo progetto, ma i problemi per lesercito dei senzatetto capitolini restano reali e contingenti.
«Per i 10mila bisognosi solo progetti lontani»
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