Duemilaquattordici? No. Qui dietro il portone di un maestoso hotel particulier sull'Avenue de Iena Parigi è ancora ferma al Settecento. Fuori l'Arco di trionfo, le limousine, le printemps chic&choc, dentro, nei saloni austeri colorati da giochi d'ombre, è tempo di illuminismo, di damigelle di corte, di giocolieri e duellanti d'altri tempi. Qui Ruinart, la maison di champagne più antica al mondo, ha sfogliato le pagine della sua storia celebrando con un party esclusivo dal dress code settecentesco il libro mastro, oggetto simbolo della sua casa vinicola, e anche la nuova creazione artistica in edizione limitata che avvolge il suo blanc de blancs firmata dalla scultrice Georgia Russell. «Da sempre puntiamo sul binomio arte e champagne e da sei anni scegliamo gli artisti che meglio trasmettono la filosofia della nostra maison.
Quest'anno in archivio abbiamo ritrovato il primo libro dei conti della casa, era il 1729. Iniziava con queste parole: «Nel nome di Dio e della Santa Vergine sia cominciato il presente libro» e conteneva i momenti più significativi della nostra storia» spiega Andrea Crippa, international director di Ruinart. «Da lì è partito tutto e per celebrare l'anniversario degli 285 anni abbiamo scelto un'artista che trasforma i libri in opere d'arte. Le abbiamo dato una copia del prezioso manoscritto, realizzata da artigiani della carta che hanno impiegato quattro mesi per riprodurre fedelmente l'originale, in modo che le pagine fossero artisticamente invecchiate e su questo esemplare Georgia Russell ha creato un master pièce di grande effetto visivo.
Eccolo il libro della memoria che, riflesso sugli specchi sembra mosso dal vento: non rimangono che poche pagine, tutto il resto è frastagliato in mille intagli realizzati dall'artista con un bisturi chirurgico che evidenzia parole e rivela colori.
Ed eccolo chiuso in una teca di cristallo come si conviene alla opere d'arte un esemplare della cuvée Blanc de Blancs in edizione limitata a duemilatrecentoventicinque bottiglie in vendita da maggio, Georgia Russell ha creato un ornamento di un bianco immacolato, inciso con molteplici intagli: «Ad ispirarmi sono state le crayére della Maison Ruinart, le cantine scavate a mano nel gesso a trentotto metri di profondità che custodiscono lo champagne» spiega l'artista scozzese.
E il risultato è una piccola cattedrale che crea giochi di luce inattesi e rivela i riflessi d'oro dello Chardonnay, da sempre vitigno emblema della Maison.
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