L'antenato di Topolino? Il Corriere dei Piccoli, almeno qui in Italia, il giornale cioè dove le storie disneyane provenienti dall'America trovarono maggiore spazio per farsi conoscere al pubblico di casa nostra. Un inizio difficile, ma un successo inesorabile se si pensa al marchio che dal 1949 oggi è diventato nel campo dei fumetti la storia del topo di Walt, che da noi domani festeggia appunto i 60 anni: i 60 anni di Topolino.
Ecco insomma il compleanno del fumetto più conosciuto al mondo, che in Italia ha vissuto e vive di luce propria grazie a una scuola di disegnatori che ci invidiano perfino gli americani. Su tutti, naturalmente, il progenitore: Romano Scarpa, classe 1927, morto nel 2005, l'uomo che ha inventato Topolino in Italia e soprattutto alcuni personaggi inediti come Trudy, Atomino Bip Bip, Codino, Bruto, Filo Sganga, Sgrizzo Papero e Paperetta Yè Yè. Il maestro, insomma, che già agli albori del giornalino cominciò a imprimere a Topolino un'impronta tutto made in Italy: «Ho sempre pesato che il successo di Topolino come giornale e come storie - ha detto in passato - dipendesse dal fatto che non voleva essere pedantemente istruttivo». Infatti.
Ed ecco appunto allora perché - giusto 60 anni fa - avvenne in grande scisma (oggi lo chiamerebbero spin-off) che ha creato un successo. Il Corriere dei Piccoli infatti, già dal 1908 era dedicato a un pubblico di bambini ai quali insegnare morale ed educazione attraverso le tavole disegnate. L'arrivo di Mickey Mouse dall'America scombinò il giornale: da una parte le tradizionali storie in rima, dall'altra trame ricche di azione e umorismo che divennero piano piano pane per i patiti dei «comics» americani, anche se in quei tempi la parola era vietatissima. Topolino in realtà esordì nel Natale del 1932, quando nelle edicole italiane arrivò edito da Giuseppe Nerbini.
Nell'agosto del 1935 il passaggio alla Mondadori, ma è solo dopo la guerra e con la rinascita alle viste, che si sentì l'esigenza di pubblicare Topolino con l'attuale formato e in maniera seriale, creando così un dualismo che tenne ancora per almeno tre decenni, fini al tramonto del vecchio Corrierino. Così ecco Topolino, anno appunto 1949: «Il Corriere dei Piccoli - ha detto ancora Scarpa - non ha mai contrastato il passo a Topolino proprio perché era pedagogico. Ma un ragazzo quando è andato a scuola e ha imparato non vuole leggere un fumetto per studiare ancora. Vuole ancora divertirsi». E così fu, da quell'aprile del '49 che diede alla luce un prodotto che stupì perfino la casa madre: storie adattate alla realtà di tutti i giorni secondo il motto dell'«impossibile plausibile» e firmate da disegnatori d'eccezione e totalmente autonomi dall'America. Unico obbligo, per i primi anni, quello di siglare tutte le tavole «Walt Disney» e fu per questo che la scuola italiana di Topolino fu conosciuta solo più tardi, quando insomma l'arte di casa nostra potè staccarsi dagli obblighi imposti dalla casa americana.
Oggi, a 60 anni dal numero 1, Topolino festeggia con un concorso che ha porttato dodici storie ad essere le finaliste: saranno i lettori infatti - sia via giornale che on line - a decretare le migliori 5.
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