I balletti russi rivivono in quattro serate

«Nei tardi anni ’40 - spiega il regista Bebbe Menegatti - si diceva che Giselle non dovesse più essere messa in scena, che L’uccello di fuoco fosse finito e che Petruska fosse immondo. Macché immondo, quel balletto era il mondo». E proprio il burleske in quattro quadri, orgoglio dei Ballets Russes musicato da Stravinskij e coreografato da Michel Fokine (eseguito la prima volta nel 1911 a Parigi: in scena, lo stesso Vaslav Nijinskij), torna a far vibrare i palchi dell'Opera di Roma grazie alle scene e ai costumi ricostruiti su bozzetti originali. L'occasione, troppo ghiotta per gli amanti dell'arte coreutica che già fremono per il centenario della nascita dei Balletti Russi, nel 2009 («faremo un grande Festival Diaghilev» annuncia Menegatti), è quella proposta dal Teatro dell’Opera che dal 26 al 30 maggio mette in cartellone Nijinskij-Fokine. Quattro sere dedicate ai miti della coreografia russa e alla grande musica del ’900. In scena, con la solida grazia di sempre, due étoile del balletto: Carla Fracci e Gheorghe Iancu, nei ruoli del fauno e della ninfa in L’après midi d’un faune, atto unico ispirato al poema di Mallarmé. Oltre a Petruska, il programma allestito dal Costanzi prevede infatti altre celebri coreografie russe. Il poème dansé Jeux, su pentagramma di Debussy e coreografie di Nijinskij, e L’uccello di fuoco, pentagramma del virtuoso Stravinskij e coreografie di Fokine. L’orchestra e corpo di ballo sono quelli del Teatro dell’Opera di Roma. Sul podio, dirige il maestro Zoltan Pesko. Tra gli interpreti che si alterneranno in palcoscenico spiccano i nomi di Laura Comi, Alessandro Molin, Riccardo Di Cosmo, Alessandro Tiburzi, Mario Marozzi, e Gaia Straccamore che danzerà anche la generale del 25 (soirée di beneficenza) nel ruolo dell’Uccello di fuoco. Il programma si apre e si chiude nel nome di Stravikinskij: con Petruska, e con L’uccello di fuoco che proprio al Costanzi, nel 1911, venne accolto con freddezza dal pubblico.

«Esito controverso l’ebbe anche Jeux - racconta Menegatti -, certi pubblici lo rifiutarono come anche certi danzatori. Ma qui, e probabilmente in L’après midi d'un faune, si condensa tutta l’esperienza del futuro della danza». La grande danza del Novecento, che ritorna.
Biglietti: da 11 a 65 euro; 06/481601; www.operaroma.it

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