Medicina

I bambini ricoverati in ospedale raccontano e disegnano la vita

Ignazio Mormino

L’oncologia pediatrica continua a suscitare grandi speranze. Gli specialisti del settore annunziano che in settanta casi su cento i tumori pediatrici vanno incontro a una guarigione certa. La ricerca in questo settore non conosce soste. Avanza un «progetto» che cerca di rendere sempre migliore la qualità di vita dei piccoli malati.
Tra gli strumenti impiegati per raggiungere questo risultato ci sono anche le iniziative che tendono a coinvolgere i bambini, ascoltandone e pubblicando le loro impressioni sugli ospedali, sulle cure, sui medici. Da questi «racconti» è nato, col supporto di GlaxoSmithKline, il volume «Oggi comando io», titolo altisonante che in realtà vuole rendere omaggio alla vita dei piccoli malati, alle loro esperienze traumatiche, che non impediscono di fantasticare.
Un’équipe di esperti, oncologi pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, bioetici(Jankovic, Colombini, Gamba, Rufo, Spinsanti, Agostoni), ha non solo curato la pubblicazione del volume ma ha anche sollecitato i «racconti» dei bambini, le loro fantasie. Ecco allora Francesca che propone un menu a base di cioccolata e patatine, Federico che vuol fare coraggio alla mamma, Carmen che vorrebbe dialogare ogni giorno con i pagliacci, Lucrezia che fa un elogio della pazienza, nonostante le sofferenze .
È variegato, questo mondo (arricchito dai disegni degli stessi bambini intervistati). Conferma che l’ospedale finisce di essere una prigione quando i bambini possono parlare tra loro e parlare con i medici, con gli infermieri, con i familiari. Ha ragione uno degli autori quando commenta: «Non hanno pensieri futili». La stessa voglia di disegnare, di avere a disposizione colori, rivela uno spirito particolarmente creativo.
Questo libro non vive solo di mini-interviste ma anche di approfondimenti.

Momcilo Jankovic e Antonella Colombini ricostruiscono l’intero percorso diagnostico-terapeutico dell’oncologia pediatrica; Marcel Rufo parla di ciò che dovrebbe avvenire dopo la degenza ospedaliera; Sandro Spinsanti di bioetica.

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