Il corpo è un tempio, ma anche il tempio è un corpo. Che vive e pulsa di vita propria, con la sua liturgia di acqua santa e miracoli. Nell'era della salute come Stella Polare obbligatoria, ogni clinica è sacra, ma le terme rimangono le vere cattedrali del culto del benessere.
Salsomaggiore è la Betlemme del termalismo italiano. Dal 1839, quando il medico condotto Lorenzo Berzieri scoprì i prodigiosi poteri curativi delle acque sorgive, qui sono giunti come re magi turisti in cilindro e baffi incerati, dame sbiadite da malanni polmonari, gerarchi in orbace e brache alla zuava, ruspanti petrolieri di pianura, poveri bimbi di Milano in cerca di aria buona e aspiranti reginette di bellezza. Un pellegrinaggio pittoresco che dal lusso della villeggiatura elitaria è pian piano scivolato nel «termalismo sociale» dei trattamenti di massa degli anni '60, fino alla inevitabile crisi odierna, tra debiti milionari e hotel che chiudono, malinconicamente adibiti a ricoveri per migranti.
Ma negli anni '30 le Terme Berzieri erano ancora «le più belle del mondo», come da fascistissima inaugurazione del 1923, con Mussolini e Farinacci presenti. I signori scendevano alla stazione Art déco e i facchini col carro a cavalli portavano le loro ossa fiacche e i loro bagagli raffinati al Grand Hotel des Thermes. Poi una sosta al Caffè Orientale, un occhio allo spazzino col suo «lutocar» e via a rilassarsi tra gli stucchi e i mosaici eclettici dello stabilimento, un po' Vienna della Secessione e un po' Bangkok.
C'è molto di esotico nella fotografia di questi gentiluomini dai lineamenti scuri che spuntano da accappatoi e turbanti, beduini padani al bivacco in un'oasi di seggiole di vimini e cyclette. Sono venuti qui a «passare le acque», come si dice, perché la talassoterapia è la nuova moda e signora mia ha letto che i bagni fanno miracoli contro il rachitismo?, ci porti i suoi nipoti. Silenziosi e assorti, inalano e non si lamentano dell'odore di zolfo e uovo marcio che i bambini di Milano oggi trovano così insopportabile (almeno finché la mamma non cede e non compra un fumetto palliativo...).
E così, mentre dai soffitti la dea Igea benedice la salute di ognuno, i turisti dai bronchi rigenerati si tolgono i pannicelli ed escono al sole della Bassa, pagaiano oziosi in piscina su una piccola canoa e aspettano la sera.
Quella che li porterà agli aperitivi e al Teatro Ferrario, ritemprati nello spirito e nella pelle, ferventi fedeli della nuova religione dell'acqua. Che tutto lava, rigenera e cura, dalla tubercolosi alla crisi del '29 di questa Italia littoria che ancora non si sa in che mari nuoterà.
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