I benzinai riaprono, l’Ortomercato no

Pesce, carne e verdura: il blocco ha portato aumenti del 30% Il Codacons sul piede di guerra: «Rincari dovuti alla speculazione»

Perché tutto ritorni come prima ci vuole ancora una giornata. Ventiquattr’ore in più di disagi. Ma è il tempo che serve per far ripartire Milano. Tanto occorre, secondo il cronoprogramma delle associazioni di categoria, per rimettere in moto la macchina commerciale e industriale messa in ginocchio da una protesta fuori dalle regole della convivenza civile.
Solo domani sarà dunque possibile rivedere gli scaffali dei supermercati strapieni, ritrovare i pezzi di ricambio nelle officine e pure evitare di trascorrere sessanta minuti in coda per riempire di benzina una tanica da cinque litri. Ancora qualche problema, quindi: ultime battute di quello sciopero selvaggio dei Tir che da lunedì ha fermato (o quasi) i milanesi.
E il primo segnale dell’arrivo delle merci, seppur lentamente, arriva dall’Ortomercato. L’altra notte sono arrivati i camion dall’estero, che erano bloccati alla frontiera e, ieri mattina, quelli provenienti dal nord. «Primi arrivi che contribuiscono a non far lievitare i costi della merce» osserva Maurizio Cadamuro della FruttItal: «Nei giorni scorsi il prezzo di insalate, sedani e spinaci era lievitato anche del trenta-quaranta per cento. Tra poche ore, quando tutto sarà come prima, non ci saranno variabili a sorpresa». Prezzi all’insù che in quattro giorni sono stati quantificati in poco meno di venti euro a famiglia, anche se Serena Stucchi - grossista al mercato all’ingrosso milanese segnala che «il prezzo delle merci meno deperibili è rimasto invariato, come nel caso di patate e mele».
Dettagli mentre i grossisti che operano all’interno dell’Ortomercato fanno sapere di «essere in attesa di frutta e verdura dal sud» che, di fatto, stopperebbe la corsa all’insù del valore dei prodotti commerciali freschi. Un segno positivo che, denuncia il Codacons, colpisce il pesce fresco (più dieci per cento), la verdura (trenta), la frutta (dieci) e a ruota carne (dieci). Rincari «speculativi» sempre secondo l’associazione dei consumatori: «Speculano sulla necessità dei consumatori di effettuare i rifornimenti alimentari che sul portafogli pesano per venti euro».
E mentre la Regione Lombardia preannuncia che «nelle giornate di domani e domenica tutti i benzinai saranno aperti» ovvero «le amministrazioni comunali sono invitate a sospendere le turnazioni previste degli impianti», non cessa l’attività di vigilanza dell’unità di crisi messa in piedi dalla Prefettura di Milano in accordo con l’assessore regionale Massimo Ponzoni. Resta attiva cioè la sala operativa della Protezione civile in via Taramelli che, in questi giorni, ha seguito passo passo ogni evoluzione dell’emergenza.
Naturalmente, c’è chi fa i conti del fermo: l’Osservatorio calcola 150mila veicoli non circolanti in città, di cui 80mila sono le vetture dei residenti rimaste ferme in garage.

Conteggio cui vanno aggiunte altre diecimila autovetture ospitate da mille e passa tra autofficine, elettrauti e gommisti che erano rimasti senza pezzi di ricambio in magazzino. Per loro la fine della serrata obbligatoria è prevista per lunedì mattina.

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