I biglietti personali fanno piangere i bagarini
11 Settembre 2005 - 00:00Controlli della Finanza nello stadio: chi non è in regola rispedito fuori
Claudio De Carli
San Siro, ancora chiaro, unora alla partita, movimento contenuto, tifosi, polizia, carabinieri, bagarini.
«Biglietti... terzo anello...».
«Scusi, quanto vuole?».
«Terzo anello, 20 euro».
Lo mostra: «Ma non cè il nome sul biglietto...»
«Meglio!».
«E se mi chiedono il documento?».
«Ma non lo chiedono a nessuno... guarda... guarda... non lo chiedono».
«Non mi fido...».
«Dai, vieni qui... 15 euro».
Evitato un pacco: era falso.
Un dirigente spiega che il Milan non ha emesso alcun tagliando senza il nominativo, ancora in mattinata cerano incaricati che a mano o con la macchina per scrivere, personalizzavano ogni tagliando con nome e cognome: «Impossibile - spiega -, se cera un bagarino con una mazzetta di biglietti senza nome erano sicuramente falsi».
Falsificano anche i biglietti del terzo anello?
Il dubbio resta ma cè subito un secondo indizio.
«Biglietti...».
«Quanto vuole? Cè il nome? Che nome cè sopra?».
«Tutto regolare amico, cè sopra il nome del Milan club che me li ha dati... tutto regolare, allora?».
Nella sera del ritorno al passato, lInter giù, il Milan su, tutto è come la stagione precedente, chi pensava che i biglietti nominali avrebbero sconfitto definitivamente la piaga del bagarinaggio si è sbagliato, ma forse è solo questione di tempo. Al botteghino di piazzale Axum gli sportelli sono stati aperti alle 17 circa, almeno così spiega una delle ragazze dentro la torretta: «Chiediamo il documento, trascriviamo il nome di chi acquista il tagliando su questo foglio, accanto cè il numero del documento e nella terza riga il numero di serie del tagliando. Prima di restituire il documento facciamo la fotocopia. Tempo delloperazione? Cinque minuti». Dentro situazione tranquilla, polizia e carabinieri si sono divisi gli ingressi, perquisizioni a tappeto. Accanto alle transenne una montagnetta colorata di accendini requisiti, tutte le bottigliette dacqua entrano senza tappo. Non sempre presenti forze dellordine femminili, quindi le signore spesso evitano lispezione, ma almeno le loro borse vengono aperte e controllate accuratamente. Allinterno, fra la cancellata e i muri dello stadio, girano in coppia i finanzieri, a un paio di ragazzi hanno requisito i biglietti e li hanno rispediti fuori. Forse al nome sul tagliando non corrispondeva il documento che hanno mostrato. Nessuna fila ai cancelli, tutto molto ordinato, gli incaricati si dicono sfiniti, i controlli sono stati tanti: «Speriamo che le cose si sistemino meglio per la prossima partita - dice uno steward con la mantellina gialla -. Che fine fanno gli accendini che vengono sequestrati? Boh! Prima è passato uno e ha riempito un sacchetto». Finalino sul 16 che torna in centro. Ci sono cinque bagarini che piangono come vitelli: «Ti ricordi prima?», fa uno. «Quando cera Maradona? Eccome se me lo ricordo... eravamo pochi e tutto andava liscio... adesso è un casino... che vita è, stiamo a faticare per niente...».