Paola Setti
«La sicurezza dipende da una convergenza di azioni». Detta a chi vive, lavora e lamenta il degrado del centro storico, già la frase fa venire lorticaria. Detta a dei bambini, suona più come unammissione di impotenza che come una promessa di impegno. Alcuni alunni della scuola Garaventa, laggiù nella problematica via San Giorgio fra le ancor più problematiche vie San Bernardo e Canneto, avevano scritto al sindaco, al questore, al prefetto e «a tutti i genitori di Genova» che si girassero finalmente a guardarli, perché «viviamo in uno dei posti più belli» della città, il centro storico, ma «ci è impedito di goderselo», fra i «grandi che si picchiano e sinseguono con bottiglie rotte, gridando e minacciandosi», le bambine «avvicinate e molestate», i genitori che, spaventati, «tutti i giorni ci vietano di uscire per andare a giocare o anche per recarsi in casa di unamica a fare i compiti».
La domanda era semplice: «È giusto tutto questo? Perché debbono vincere sempre i prepotenti e i cattivi? Perché il male non proviamo insieme a sconfiggerlo?». La risposta è difficile, perché difficile, spiega lassessore alla Cultura Luca Borzani, è la situazione: «Ciò che voi chiedete è insieme semplice e difficilissimo. Semplice perché è giusto vivere nella legalità, non avere molestie, vedere punito chi compie atti che sono il codice penale, difficilissimo perché il tema della sicurezza dipende da tanti fattori, da una convergenza di azioni che talvolta, anzi spesso, non si riesce a realizzare». La solita «convergenza di azioni» difficile da realizzare e che infatti non si è mai realizzata.
Quindi? «Riproviamoci» abbozza lassessore, e viene in mente quel dossier alto un palmo che le donne di San Bernardo gelosamente custodiscono con tutti i «riproviamoci» pronunciati da un po tutti gli amministratori in trentanni di «emergenza vicoli». Chiedevano di «vedere più spesso i nostri amici poliziotti», questi ragazzi fra i 10 e i 13 anni che Borzani definisce «un pezzetto davvero positivo della città del futuro». La risposta del Comune è invece il già sentito «mettiamoci intorno a un tavolo».
Un bellincontro, ecco, «nella vostra scuola un giorno che decidete voi», per «provare a capire cosa possiamo fare tutti insieme, anche piccole cose, per cambiare ciò che non va, senza retorica e senza demagogie», ovvio, e poi si vedrà. Del resto, «voi e le vostre famiglie e i vostri insegnanti ci siete.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.