I brasiliani e le pagelle: Zico era Re Mida e Junior «quasi Pelè»

Brasiliani. Sono sempre stati i più attesi, non sono mai passati inosservati. Soprattutto quelli di nome. Ne sono passati un mare da noi, molti non si sono fatti dimenticare. Siamo andati a cercarli, attraverso le pagelle del Giornale, il giorno del debutto in serie A, da Falcao a Kakà, passando per Careca, per capire cosa aspettarci dalla prima volta di Pato. Ci abbiamo capito poco, ma ci siamo divertiti tanto.
Chi mette subito paura per esempio è Zico. Il suo 11 settembre, ma siamo nel 1983, è spaventoso: cinque a zero in casa del Genoa e doppietta con la griffe. 8 in pagella al primo giorno di scuola, il giudizio è profezia pura: «Sembra proprio che quel re Mida del calcio che si chiama Zico abbia stregato i compagni: può diventare per l’Udinese quello che Platini è per la Juve». Buona la prima di Junior col Torino, anno 1984, voto 6,5 contro l’Ascoli di Mazzone («Non sarà Pelè ma dispone di un certo quantitativo di classe»), fulminante invece Roberto Carlos, 27 agosto 1995: abbatte il Vicenza con una punizione delle sue, in porta c’è Mondini, e «quando a pochi minuti dal termine il brasiliano se ne esce dal campo ricorrono persino scene romanzesche, il piccolo Maciste che saluta con la manina, loro che lo osannano, quasi fosse una grazia ricevuta». Voto: 8. Lui confessa: «Non sapevo se San Siro mi avrebbe accettato». San Siro sì, Hogdson meno. Un gradino sotto il cielo ecco Falcao e Kakà: 6 al primo e 7 al secondo. Il Divino, 14 settembre 1980, tiene a battesimo la vittoria della Roma a Como («davanti al piffero di Paulo Roberto Falcao il Como si è incantato»), poi - con il Brescia in casa - basta un rigore di Pruzzo ma lui si fa sentire e prende 7: «Dialoga con Di Bartolomei e semina lo scompiglio». Meno convinto Magni, mister del Brescia: «Un buon giocatore, ma robe di classe non ne ho viste». Kakà si mostra il primo settembre 2003, due a zero all’Ancona, doppietta di Sheva. Bravo ma non pieno: «Voto alto per una serie di numeri in velocità, voto basso per i due gol sbagliati davanti alla porta». Ma qualcosa c’è. «Lo chiamano il Bambino d’oro del terzo millennio e ne ha tutte le caratteristiche». Beccato.
Così così invece due che avrebbero lasciato il segno. «Quello che non ha toccato palla fino all’80’ era Careca? Vabbé anche Rush all’esordio non è stato tanto bravo, però...». È il 27 settembre 1987, il Pisa batte il Napoli con un gol di Sclosa e Careca si becca solo 6. Mezzo voto in più di Ronaldo (5,5), che l’ultimo giorno di agosto del 1997 vede l’Inter piegare il Brescia ma grazie solo alla doppietta di un giovanissimo Recoba. «Primo tempo da fenomeno in vacanza, ma quando inserisce il turbo fa paura. Lascia a palato insoddisfatto: per un tipo così l’importante non è partecipare». Pensa te: Ronaldo prende lo stesso voto di Socrates, 16 settembre 1984, la Fiorentina batte la Lazio uno a zero, gol di Pecci: un diesel ma «era bello il dottore da vedersi perché in ogni pallone che toccava metteva il segno della sua bravura». Insomma, bravo ma lento. Male invece Dirceu. Il 12 settembre 1982 il suo Verona becca 2-1 in casa dall’Inter e lui becca un 5,5. «Il Verona ha chiesto genio ed ispirazione a Dirceu ma a parte qualche tiro da lontano il brasiliano non ci ha capito niente».

E poca gloria per Edmundo, sv in Fiorentina-Lazio 1-3: sostituisce Morfeo all’85’ «sta in campo pochi minuti in una Fiorentina ormai sfiduciata». E per Adriano, sv, in Parma Inter 2-2, dove sostituisce Ventola al 77’, tre minuti prima del pari di Bonazzoli. Edmundo e Adriano. Già, chissà cos’avranno in comune...

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