I camerati di Fn "invadono" il Cavalieri

I camerati di Fn "invadono" il Cavalieri

Celtiche proibite e saluti romani idem. Vietati anche i bomber con qualche toppa di troppo. È la new line di Forza Nuova che nei saloni dell’hotel dei Cavalieri, a due passi dal Duomo, accoglie i «camerati» europei. Cinquecento militanti e cento tra giornalisti e fotografi che per assistere al convegno debbono sborsare trenta euro.
«Non è la norma far pagare la stampa ma, noi, non abbiamo finanziamento pubblico» spiegano. E mentre qualche cronista si rifiuta e qualcun altro pensa all’editore, magari di sinistra, che suo malgrado «finanzia» l’ultradestra, c’è chi azzarda un paragone storico con Leon Degrelle che nel Belgio degli anni Trenta sosteneva l’attività politica del proprio movimento, Rex, facendo pagare il pubblico per assistere ai suoi comizi. Equazione che non dispiace all’europarlamentare Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova, anche se, dice, «oggi ci occupiamo di economia». Già, l’«economia» secondo i neri: «Pensiamo a un ritorno all’economia sana, popolare, basata sull’agricoltura e il manifatturiero che al centro abbia sempre la famiglia». Nessun dubbio, continua Fiore, sul futuro «della rivoluzione liberale e liberista del governo Berlusconi»: «Sta affondando perché si basa su un’economia astratta e usuraia» ovvero «quella che noi combattiamo nel nome della nostra Europa». Che, altrimenti detto, è il titolo del convegno: «Popoli e tradizione contro banche e poteri forti».
E Fiore contro «banche e poteri forti» apre pure alla sinistra: «Noi ci rivolgiamo anche a quelle fasce della sinistra scontente che non si sentono rappresentate dai loro partiti e dai sindacati». Sfondamento a gauche perché «la guerra è finita, le medaglie d’oro - tante e troppe - sono state date e noi, oggi, siamo davanti a un nuovo modo per cui serve pacificare quella fase». Virgolettati raccolti da un’ovazione e sottoscritti dal Front National, dal British National Party e dal movimento greco-cipriota Proti Grammi che reclamano la «sospensione del trattato di Schengen» e il «veto alle banche di battere moneta».


È la «rivoluzione sociale» made in Fiore and camarade che preferiscono non replicare né a Filippo Penati - «ha tentato di scatenare l’antifascismo militante» commentano i duri e puri - né al deputato Pd Emanuele Fiano che, al termine del convegno, attacca il silenzio del sindaco Letizia Moratti. Loro preferiscono ricordare di aver scelto per il raduno «la domenica delle Palme perché conferma le radici cristiane».

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