L'ultimo appello di Gordon Brown è per una coalizione internazionale capace di fronteggiare la crisi del caro petrolio. Solo un'azione coordinata tra gli stati può contenere quello che il premier britannico non teme definire come «uno choc di dimensioni planetarie». Impegnandosi a mettere la crisi petrolifera tra le priorità del prossimo vertice del G8, in a luglio in Giappone, Brown cerca risposte agli automobilisti e camionisti del Regno Unito, inferociti per laumento della benzina. «Non bisogna lasciar fare all'Opec», sostiene Brown all'indomani dalla colossale protesta che ha bloccato Londra e Cardiff. Centinaia di camion fermi lungo le vie di accesso delle due città per denunciare l'incontrollato rialzo del prezzo del carburante, che ha fatto lievitare i costi del 50% dall'inizio dell'anno scorso. I trasportatori chiedono un taglio delle accise per stabilizzare i prezzi (riduzione di 20-25 pence al litro) e sconti sulla benzina per chi lavora sulle autostrade.
In assenza di risposte del governo entro sette giorni la protesta - minaccia la Road Haulage Association, l'associazione di categoria - verrà estesa a porti e raffinerie di tutto il Paese. Una vera bomba a orologeria per il traballante governo Brown, in caduta libera nei sondaggi, che è già stato costretto a rinviare da aprile a ottobre l'introduzione della prevista tassa ambientale di 2 pence per i veicoli inquinanti. «Sono passati quasi sette anni da quando Brown disse che le tasse sul carburante in Gran Bretagna erano ingiuste, se confrontate con quelle dei nostri concorrenti stranieri», incalza la Rha. A complicare la realtà britannica ha contribuito il recente sciopero dei 1.200 lavoratori della raffineria di Grangemouth, in Scozia.
Un'agitazione, promossa contro i cambiamenti del sistema pensionistico decisi dall'azienda dell'energia britannica, che ha avuto pesanti effetti sull'approvvigionamento di carburante.
Tra le voci più pessimiste, quella British Airways. Secondo Willie Walsh, amministratore delegato, è iniziato un periodo nero: le linee aree saranno costrette ad alzare i prezzi e molte di esse non riusciranno a sopravvivere alla bancarotta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.