Come sempre, come per tutti, sarebbe bastato leggere il Giornale di Genova e della Liguria. Per raccontare queste pagine basterebbe la frase di Rainer Maria Rilke, che non è un centrocampista a parametro zero dellHertha Berlino, ma un grande poeta praghese e quindi non fa parte degli obiettivi del prossimo calciomercato blucerchiato: «Il futuro entra in noi molto prima che accada».
Così il futuro è entrato negli occhi dei lettori di questo Giornale, prima che in quelli del presidente della Sampdoria Riccardo Garrone. Che è un signore a cui Genova deve moltissimo, dal Carlo Felice in giù. E che è un signore che la nostra città non ha mai ringraziato abbastanza.
Eppure. Nonostante la prima esternazione di Bogliasco («Non giocheremo contro le grandi: Milan, Inter e Juventus, oppure manderemo in campo gli allievi nazionali») e la seconda esternazione alla presentazione della Fondazione Garrone in centro storico («La Juventus verrà a Genova e non troverà ad aspettarla nemmeno gli allievi nazionali. Non giocheremo proprio»), la Sampdoria sarà regolarmente in campo anche sabato 4 marzo.
Lufficialità è arrivata laltra sera con un simpatico giro di eufemismi contenuto in una nota del club dei ribelli del calcio: «Considerato che il 3 marzo si terrà unassemblea della Lega Nazionale Professionisti nel corso della quale verranno auspicabilmente raggiunte intese su una più equa ripartizione delle risorse e tenuto conto dellinvito del presidente Carraro ad astenersi da iniziative estreme, il Consorzio Calcio Italia ha deciso allunanimità (sono in quattro, Samp, Fiorentina, Palermo e Lecce ndr) di rinviare ogni decisione a data successiva a quella in cui si terrà lassemblea di Lega». Il che, tradotto dal dellavallese allitaliano, significa che con la Juve il Doria gioca regolarmente.
Tutto è bene quel che finisce bene. La ripartizione dei diritti tivù è più giusta, ma lo è anche per chi non si è esposto mettendo a rischio la sua storia e la sua credibilità. Anche per chi non ha firmato improbabili diffide. Anche per chi non ha detto che non avrebbe giocato. Anche per chi non ha rischiato di inimicarsi gratuitamente il Palazzo del calcio.
Tutto è bene quel che finisce bene. La battaglia era sacrosanta. Ma, forse, evitare qualche tono da Rockerduccio - figura dialettica a metà strada con Rockerduck, il miliardario nemico di Paperone specialista nel mangiarsi i cappelli - sarebbe stato meglio per tutti. Spiace che alcuni finti amici di Garrone non glielabbiano mai detto.
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