Da Milano
Ironia della sorte, dopo essere stati bersagliati da pietre, bombe carta e razzi da segnalazione, dopo averli caricati, inseguiti e arrestati, le forze dellordine hanno dovuto alla fine difendere i dimostranti dallira dei cittadini che hanno cercato di linciarli. Rimediando anche calci e pugni, perché nel parapiglia non si sa mai chi le dà e chi le prende. Ma questa volta i manifestanti hanno veramente esagerato: cosa centri lantifascismo con auto, scooter e vetrine incendiate o mandate in frantumi, con laggressione a freddo alla forze dellordine, non lha capito nessuno. O meglio, molti milanesi hanno capito che non centra proprio nulla e hanno reagito.
E che lumore di residenti, commercianti ma anche solo passanti, andasse in ununica direzione lo si è capito quando la polizia e i carabinieri, dopo mezzora di devastazioni e di attacchi, hanno iniziato le cariche. «Io ho fatto tante manifestazioni - racconta un dirigente di polizia - ma questa è la prima volta che mi muovo con il tifo alle spalle». Dai marciapiedi infatti si sono levate le grida dei semplici cittadini a sostegno dellintervento degli agenti, con incitazioni non proprio compassate del tipo «Ammazzateli». E visto che il personale in divisa non può certo lasciarsi andare a facili vendette da strada, ecco il cittadino medio intervenire.
Dopo le ultime cariche, polizia e carabinieri iniziano a portare i fermati verso i mezzi affidandoli al personale in borghese. Due agenti stanno facendo salire un manifestante ammanettato sul cellulare quando vengono circondati da una trentina di persone. Urla, spinte, gli agenti oscillano sotto la pressione della folla, una, dieci, venti mani si protendono verso il dimostrante e riescono a strapparlo agli agenti, colpiti e fatti volare a terra, solo per aver cercato di difenderlo. E iniziano a picchiarlo con un gragnuola di colpi, calci e pugni. Il primo a rendersi conto di quanto sta succedendo è un maggiore dei carabinieri che si lancia nella mischia, rimediando anche lui diversi colpi proibiti. Poi arriva a dargli man forte un altro ufficiale dellArma, costretto a farsi largo a manganellate e gli stessi due agenti inizialmente aggrediti. In quattro riescono a farsi valere e il giovane viene in qualche modo strappato dalle loro mani e in tutta fretta fatto salire sulla camionetta che parte a tutta velocità verso la questura.
Qui sono poi iniziati i controlli, per stabilire le responsabilità di persone ufficialmente solo «accompagnate». Qualcuno potrebbe anche risultare estraneo alle devastazioni e alle aggressioni.
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