I cardinali a raccolta nella stanza di Raffaello preoccupati per l’Italia infangata dal gossip

È il silenzio assordante quello che si può udire sotto la cupola di San Pietro, ma soprattutto all’interno delle logge di Raffaello nelle quali gli alti gerarchi vaticani quotidianamente tengono ritta la barra della barca di Pietro Un silenzio strano, dato dal fatto che cardinali e vescovi sono concentrati a puntare lo sguardo oltre il Tevere, più precisamente nella direzione di Montecitorio.
Il volto, più perplesso che persuaso di coloro che quotidianamente tessono la tela dei rapporti con l’Italia, non è dato tanto dal caso gossiparo-velinistico esploso sui giornali, ma dalla preoccupazione che sia in atto una guerra tra poteri dello Stato, destinata ad allargarsi anche alla sponda trasteverina.
La pubblica opinione, abituata sempre più a fraintendere l’informazione con il pettegolezzo, osserva con sospetto l’atteggiamento vaticano. Perché la Sede Apostolica non si pronuncia, non condanna, non prende una posizione netta? La spiegazione in realtà è logica, si tratterebbe di un’indebita ingerenza nella vita di un Paese, il nostro, già molto travagliato.
In un clima di confusione, di sbando della comunicazione, la Sede Apostolica cerca di placare i toni e invita a un atto di carità verso questo Paese flagellato dalla non cura dei problemi. E se ciò che la Chiesa aspetta sono le risposte agli allarmi della società in ambito economico, sociale, culturale, è un fattore di preoccupazione maggiore la totale assenza di impegno su argomenti che il governo, attaccato quotidianamente per questioni che poco attengono alla politica, non può affrontare con la necessaria efficacia.
Dopo ore concitate arriva una parola ufficiale, quella di Sua Eccellenza Girotti, segretario del supremo tribunale della segnatura apostolica, fidato uomo di Papa Ratzinger, nonché «talent scout» di alcuni cardinali di prima linea che afferma: aspettiamo i giudizi delle sedi competenti! Ancora una volta la sapienza petrina riconduce i problemi sui giusti binari, con la serenità di chi sa che solo con il rispetto della «Regola» il sistema funziona, a cui segue il monito del cardinale Bertone che invita a un rispetto della morale non solo in ambito politico e amministrativo, ma anche giudiziario.


E sul fronte dell’asse governativo, che ha visto il premier personalmente impegnato su temi come quello di «Eluana» e della difesa della vita, anche il presidente dei vescovi, dimostrando di essere pronto ad assumere una leadership fino a oggi discussa, dà il suo contributo, sottolineando il vero tema che fra le misurate parole pronunciate da Ancona emerge senza ambiguità, l’uso improprio di mezzi utilizzati per un non chiaro fine...

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