I carrozzieri scendono sul piede di guerra

I carrozzieri scendono sul piede di guerra

Sono sul piede di guerra i carrozzieri genovesi, pienamente solidali con i colleghi della categoria a livello nazionale, per l’entrata in vigore della normativa che riguarda l’indennizzo diretto (cioè, da parte della propria compagnia assicuratrice) in caso di incidente. «È un vero pastrocchio» sbotta il presidente Ivano Vernazzano. E spiega: «Al contrario di quanto è stato sbandierato a suo tempo, si sono allungati i tempi di definizione della pratica, e restano tuttora dubbie le modalità di pagamento. Ma addirittura paradossale - insiste Vernazzano - è quello che si verifica nel caso il danneggiato non ottenga sollecitamente il rimborso: dovrebbe promuovere un’azione legale contro la sua stessa compagnia che assume la duplice veste di soggetto di tutela e, contemporaneamente, di controparte!».
Non basta: le caratteristiche complessive della norma hanno portato le compagnie a proporre all’assicurato uno sconto sulla polizza a fronte dell’accettazione di un «indennizzo in forma specifica». Che significa, in sostanza: la riparazione deve essere eseguita solo da un carrozziere inserito in una determinata cerchia di artigiani indicati dalla compagnia.
«Diventa impossibile, a quel punto - aggiunge il presidente Vernazzano - usufruire di uno sconto, se si vuole far effettuare la riparazione dal proprio carrozziere di fiducia. In barba al mercato libero, e in nome invece di una sorta di cartello pilotato».
La gestione del sinistro passa, a questo punto, in mano all’assicurazione: un pericolo del resto sollevato da tempo, anche a livello politico, da Fabio Costa, consigliere di circoscrizione di Forza Italia e ora candidato della Casa delle libertà alla presidenza del Municipio Centro Ovest.

«A fronte di uno sconto - insiste il presidente dei carrozzieri genovesi che ne discuteranno sabato in un convegno all’Hotel San Biagio - io devo rinunciare ai miei diritti sacrosanti, e a quel corredo di servizi che ha sempre ricevuto, come il riconoscimento del fermo macchina, l’auto sostitutiva, l’assistenza di un tecnico di fiducia. Non è giusto».

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