In un'Avana ufficialmente in festa per i cinquantanni dell'arrivo in città dei barbudos, la vera rivoluzione l'ha fatta questa settimana il piccolo negozietto Moda y Punto. L'esercizio ha infatti messo in vendita 40mila capi, subito andati a ruba, di vecchie collezioni della multinazionale tessile spagnola Zara, famosa per la sua qualità a basso prezzo.
Il negozio non è un franchising di Zara, ma la sua direttrice Mariela Estévez ha comprato da un intermediario internazionale i vecchi capi che l'azienda spagnola vende a prezzo di stock e li ha messi in vendita in un locale lontano dal centro della città. Senza vetrine né pubblicità, se si eccettua il laconico cartello con il nome, il locale si è subito riempito grazie al passaparola. «Pensavamo di incassare 5mila dollari il primo giorno, ma la verità è che abbiamo largamente superato le aspettative», ha raccontato Estévez all'agenzia Efe.
I capi sono andati a ruba per il basso costo e per la qualità, sconosciuta da tempo ai cubani che riscuotono l'esiguo salario in pesos. Le firme presenti sull'isola come Mango, Adidas o Benetton, sono inaccessibili ai cittadini, per i quali è normale indossare abiti in poliestere, nonostante il caldo infernale sull'isola.
Dietro l'operazione ci sarebbero i Castro.
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