Cronaca locale

I certificati on line che paralizzano medici e ospedali

Lombardia da record: 166mila moduli telematici di malattia già compilati. Ma i pazienti sono costretti a ore di coda. La denuncia dei camici bianchi: "Il sistema informatico non funziona. Va cambiato, così non possiamo più lavorare"

I certificati on line 
che paralizzano 
medici e ospedali

Boom di certificati on line in Lombardia. Nel mese di agosto c’è stata un’autentica impennata di richieste: l’Inps registra 166mila moduli telematici inviati dalla regione, contro i 76mila o poco più contati a metà luglio dalla dall’Ordine dei medici chirurghi in tutta Italia. Un record rispetto alle altre regioni.
Tuttavia questo non vuol dire che il sistema funzioni, anzi. Se ad agosto, con la città mezza vuota, non ci sono stati particolari intoppi, da adesso in avanti i certificati di malattia on line saranno un bel problema. Almeno fino a dicembre, quando sarà ultimata la sperimentazione. Da mettere in conto: file più lunghe dal medico di base e attese di ore al pronto soccorso (dove possono essere emessi i certificati di malattia telematici). E nessuno si stupisca se si sentirà dire dal dottore: "Ripassi domani, non riesco a stamparle la copia del modulo". Con le varianti: "non riesco a inviare", "non riesco a salvare sul desk" e via dicendo.
Il sistema informatico fa le bizze, spesso e volentieri: va a singhiozzi, si blocca, è lento. E quella che dovrebbe essere una procedura per accelerare i tempi si sta rivelando un incubo. Per medici e pazienti. Al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda hanno calcolato che le richieste di certificati di malattia on line saranno circa un centinaio al giorno: significa più di sei ore del lavoro dei medici dedicato a scartoffie burocratiche (on line) sottratto alle emergenze. «Va da sé - commentano i medici in prima linea - che verrà tolto del tempo ai codici bianchi, quelli meno gravi, che dovranno stare in sala d’attesa molto di più». Per di più i moduli on line che vengono compilati per ogni paziente del pronto soccorso appartengono a un sistema informatico diverso rispetto a quello utilizzato per i certificati: il malato quindi dovrà ripetere per due volte nome, cognome, data di nascita, eccetera eccetera, e aspettare che il medico compili tutti i campi sullo schermo del pc. Per due volte. Tradotto in tempo significa almeno un quarto d’ora. I medici sono sul piede di guerra ed hanno già chiesto alla Regione Lombardia di organizzare un tavolo di confronto e farsi portavoce degli innumerevoli problemi che il nuovo sistema sta causando.
A breve cominceranno le riunioni dei tecnici per correggere i programmi.
In una lettera inviata a tutti i medici lombardi, il presidente dell’Ordine Amedeo Bianchi segnala le problematiche più sentite: "È necessario identificare procedure semplici per passare dalla prognosi del certificato di dimissione ospedaliera o del verbale del pronto soccorso al certificato di malattia. Ci sono ancora intoppi per il pin di accesso al sistema da dare a ogni medico". E suggerisce a tutti i colleghi di far pratica con i nuovi certificati: "Per quanto tecnicamente possibile, si consiglia di usare la procedura telematica per i certificati".

Obbiettivo: portare a galla tutti i bachi del sistema prima che il certificato di carta vada definitivamente in pensione.

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