Il 7% è laureato, uno su tre sposato. Sono uomini, istruiti, nel pieno della vita: lidentikit dei clochard di Milano tracciato dallo studio di due ricercatrici della Bocconi disegna un quadro molto lontano dallimmaginario collettivo. Gli homeless censiti da Michela Braga e Lucia Corno sono persone comuni: letà media è 40 anni, il titolo di studio più frequente è il diploma di scuola superiore. Per loro dormire in strada non è una scelta, ma la conseguenza di traumi sociali e familiari. I risultati del primo censimento sono sorprendenti. Su circa 4mila senzatetto intervistati, il 30 per cento dichiara di aver concluso gli studi superiori, il 7 per cento di aver addirittura conseguito la laurea. Molti lavorano - circa un terzo del totale -, anche se sono costretti ad accontentarsi di impieghi temporanei (il 25 per cento) o in nero. La popolazione dei clochard si divide in modo equilibrato fra italiani e stranieri. Fra italiani e immigrati non ci sono molte differenze, a parte le motivazioni che li hanno spinti a scegliere di vivere per strada.
Chi è nato in Italia nella maggior parte dei casi ha subito un grave trauma: ha divorziato, perso il lavoro, si è ritrovato senza casa da un giorno all'altro. Droga e dipendenza dall'alcol coinvolgono solo il nove per cento dei clochard. Solo il 5% dei clochard è donna, letà media si aggira sui 40 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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