I Colla: «Ora le marionette rapiscono i bambini»

Viviana Persiani

È consolante sapere che, anche in questo mondo tecnologicamente avanzato, qualcuno offra ancora la possibilità di sognare e viaggiare con la fantasia. La compagnia Gianni & Cosetta Colla, da cinquant’anni si rende promotrice di questa vacanza all’interno di una dimensione onirico-fantastica, in un villaggio da fiaba dove le menti pure dei bambini e dei ragazzi hanno libero accesso.
È sulla scena del teatro della Quattordicesima che la compagnia marionettistica lavora proponendo una stagione ricca di favole e storie suggestive, pregne di significati e di insegnamenti. Dopo Le avventure di Pinocchio, Alice nel paese delle meraviglie, La freccia azzurra, è, in scena il Mago di Oz fino all’8 gennaio, la quarta tappa di un cartellone che strizza l’occhio alla classicità, ma anche alle novità della letteratura per i ragazzi. «In effetti - racconta Stefania Colla che, oltre a dare voci ad alcuni personaggi, si occupa degli adattamenti e delle sceneggiature delle storie - siamo un gruppo ormai specializzato nel teatro per ragazzi. Non abbiamo mai voluto adeguarci ai tempi orientando i nostri lavori anche ad un pubblico di adulti: il nostro è un teatro di marionette esclusivamente per ragazzi, studiato per incontrare e soddisfare le esigenze di un pubblico giovane». Sull’identikit di questa platea, dice: «Il nostro pubblico è cambiato rispetto al passato. Oggi, i nostri allestimenti vengono seguiti e graditi soprattutto da bambini delle scuole materne ed elementari. Del resto questa è la tendenza generale: si cerca di bruciare le tappe e così, spesso, i più piccini si ritrovano a teatro ad affrontare lavoro complessi, strutturati per spettatori più grandicelli». Un cambiamento che ha presupposto un diverso approccio, un modo di lavorare differente rispetto a qualche anno fa. «In effetti - concorda Stefania Colla - abbiamo preso coscienza di questo fatto agendo di conseguenza. Assistendo a una latitanza del pubblico dei ragazzi, probabilmente sollecitati da altri stimoli, ci siamo impegnati per invogliare il baby spettatore con un occhio di riguardo alla loro preparazione e alle loro attese. Ci concediamo, così, sulla scena una vivacità diversa, leggerezza, ritmo e musiche capaci di coinvolgere tutti; anche il linguaggio, pur adeguato e ben studiato è volto ad una semplificazione proprio per rendere le trasposizioni teatrali delle fiabe il più fruibili possibili da una platea di giovanissimi. La nostra idea di teatro rende omaggio alla tradizione, ma è importante segnalare che le marionette sono sorrette da prosa, musica, performance di mimo e da altre modalità espressive; quindi promuoviamo un teatro completo».
I bambini, a teatro, imparano ad ascoltare: una lezione didattica che ha richiesto tecniche particolari di comunicazione. «In effetti, - ammette l’adattatrice - nella scelta dei testi cerchiamo di indirizzarci su storie conosciute, magari sentite raccontare dalle nonne o trattate a scuola nelle ore di narrativa, e ciò che stiamo portando in scena in questi giorni, è già presente nell'immaginario degli spettatori. Poi, ci vuole una particolare attenzione rivolta al linguaggio che deve essere appropriato: senza lasciare spazio ad espressioni gergali, utilizziamo una terminologia consona.

E non trascuriamo allusioni, suggestioni; i bambini interagiscono con gli attori e le marionette non solo perché rapiti da situazioni visive. La musicalità delle parole, la dizione precisa dei nostri attori agiscono da vera calamita».

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