I colleghi scienziati bocciano l’«arte» del prof anticlericale

(...) assolutamente così. Nel caso dello spettacolo di Odifreddi è già tanto parlare di "spettacolo" perché si è trattato di tutto fuorché di teatro! Sarebbe stata meglio chiamarla conferenza, oppure "libera presentazione personale" o in qualche altro modo ma se questi sono i risultati che il progetto "Scienza a Teatro" produce meglio lasciare perdere...». Viene inoltre fatto notare come il professore di Torino manchi anche di auto-ironia quando si mette a criticare la categoria dei filosofi perché vivono sulle spalle della società quando, a ben guardare, anche la figura del matematico non si discosta molto da questa stessa posizione. Criticando gli altri, dunque, il professore finisce con lo criticare se stesso.
E a proposito di professori, diversi docenti dell'Università di Genova hanno manifestato un aperto e netto distacco dalle posizioni del professor Odifreddi. Principalmente non piace il modo petulante, invadente e spesso pure arrogante con cui esprime le sue idee in campo etico e religioso contro la Chiesa: ognuno è libero di esprimere la sua posizione, ma perché inficiare il rigore della Matematica e della Scienza con considerazioni che hanno un valore prettamente soggettivo? Così facendo si rischia solo di rovinare quanto la Scienza stessa costruisce e presto la gente inizierà a prendere il distacco non solo da Odifreddi come persona ma da Odifreddi come docente di matematica e ciò, forse, a discapito della Matematica stessa. Un po' come è accaduto nella conferenza di ieri al Ducale su «la prova matematica dell'esistenza di Dio di Kurt Godel» trasformatasi alla fine in un comizio dove il professore ha parlato di 740, di Ici, dell'insegnamento della religione nelle scuole, con lo slogan di fondo che «la Chiesa non paga le tasse». Nel dibattito che è seguito, è intervenuta, incuriosita dalla «recensione» dello spettacolo di mercoledì sera, anche una nostra lettrice, Maria Teresa Carta, che ha contestato al matematico le sue posizioni anticlericali. E, quando la pasionaria della fede ha citato «il Giornale», Odifreddi ha chiesto: «Quale giornale?». Alla sua risposta, con «G» maiuscola, il prof ha sbuffato, trattando tutta la questione con un atteggiamento di sufficienza.


Il Festival della Scienza, per fortuna, offre un panorama molto vasto e lascerà ad ognuno trarre opportuni paragoni e sentenze che, ne siamo certi, non si fermeranno alla sola apparenza, alla prima voce accattivante o all'impertinenza di chi impertinente si definisce e si dimostra, fino all'ultima battuta.

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