I colonnelli vogliono spostare Fini più a destra

Alemanno: «Diamo un messaggio al mondo cattolico». Storace: il governo non ci ha cambiato

Massimiliano Scafi

da Roma

E ora, caro Gianfranco, dopo gli spinelli e la procreazione assistita, di’ qualcosa di cattolico. La sfida al leader, un invito alla Nanni Moretti, arriva da Gianni Alemanno: «Io penso che domani Fini dovrà dare messaggi chiari al mondo cattolico e dei valori, spiegare il lavoro che abbiamo fatto in questi cinque anni ma anche i rospi che abbiamo dovuto ingoiare». E di’ qualcosa pure di destra, aggiunge Francesco Storace: «Non dimentichiamo che noi abbiamo la malformazione più bella, il cuore dall’altra parte. Il governo non ci ha cambiato, il potere non ci ha comprato, la sinistra non ci ha cancellato».
Alla Fiera di Roma è il giorno dei colonnelli. Ma non è una rivolta, anche Destra Sociale è allineata e coperta dietro a Fini. Vuole solo vellicare l’orgoglio del partito. «Dobbiamo guardare la destra sommersa che ancora non intercettiamo - dice il ministro delle Politiche agricole -, i tanti giovani che cercano punti di riferimento e che Berlusconi non può raggiungere. Gianfranco ha fatto una scelta coraggiosa, mettendoci la faccia. Però evitiamo il torcicollo, noi dobbiamo dire che il centrodestra può fare di più e di meglio grazie ad An. C’è da lavorare». Ma Berlusconi ha annunciato di essere in vantaggio su Prodi... «Avrà gli elementi per sostenerlo», taglia corto Alemanno. Storace invece si infiamma: «In questi giorni siamo circondati da legioni di giornalisti che ci chiedono “ma è uno solo in tv?”. Rispondo che noi citofoneremo strada per strada a tutti i cittadini chiedendo di raggiungerci, di sfilare in corteo con noi per portare il nostro capo al primo piano di Palazzo Chigi».
Anche per Adoldo Urso «come ha detto Umberto Bossi, che è diventato davvero saggio, l’eccessiva presenza mediatica può essere un boomerang». Il proporzionale spinge alla competizione interna, ma Maurizio Gasparri invita a non esagerare: «Le elezioni si vincono se tutti gli alleati danno il massimo e non litigano». Alemanno è d’accordo: «La Cdl definisca subito un preambolo, un programma comune, poi ognuno sceglierà la propria strategia. Ne stiamo parlando con Tremonti e Maroni, bisogna concretizzare subito questo quadro». Mettere d’accordo la necessità di distinguersi con gli obblighi della coalizione, considerando che, rispetto ad altri, An ha comunque meno mercato politico potenziale.
Così, nel secondo giorno della conferenza programmatica, la linea d’intesa viene trovata su «Gianfranco premier», slogan ma anche programma, come sintetizza Ignazio La Russa. «Fini, siamo tutti con te». C’è «un rischio gravissimo», sostiene il capogruppo di An alla Camera, per questo il ministro degli Esteri ha deciso di fare «una battaglia in prima persona». Il rischio, spiega, è il ritorno del centrosinistra al governo. «Non ci saranno i cavalli dei cosacchi ad abbeverarsi alla fontana di San Pietro, però l’Italia cambierebbe. Ci vogliono ridurre in mutande, anzi senza.

Sull’immigrazione noi abbiamo una legge, la Bossi-Fini, che tutta Europa ci copia, mentre loro vogliono concedere i permessi di soggiorno a chi è zingaro. Sulla droga, noi siamo per il recupero e per meno tolleranza, loro per l’impunità. E sulla legittima difesa, noi facciamo le leggi e loro vogliono l’abolizione dell’ergastolo». E stamattina tocca a Fini.

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