I compagni di Bologna non mollano «La nostra Festa resta dell’Unità »

Passi stare nello stesso partito con Paola Binetti, in fondo basta non pensarci. Ma sbaraccare il marchio della Festa dell’Unità pare davvero troppo, qui nella patria del Pci che poi fu Pds e poi anche Ds ma che non si rassegna a esser infine Pd. Così, capita che mentre in tutta Italia sta per partire la stagione delle Feste del Partito democratico, a Bologna e provincia la kermesse estiva del Pd continuerà a chiamarsi con il nome che ha sempre avuto finora: Festa dell’Unità. Al massimo, proprio volendo, ci si potrà aggiungere un diplomatico «per il Partito democratico».

Lo hanno deciso i militanti, avverte il coordinatore provinciale del Pd, Andrea De Maria, perché, insomma, «dalle nostre parti questo nome costituisce un riferimento per tantissime persone, innanzitutto per i volontari che nelle festa lavorano, ma anche per i cittadini che le frequentano», che già se li immaginano, i vecchi comunisti a dire: festa del Pd? Ma che cos’è? Ci sarà la porchetta? E se poi obietti che forse Bologna sta andando un po’ troppo controcorrente, De Maria risponde così: «Siamo o no un partito democratico? E allora è giusto che ogni territorio faccia le sue valutazioni. Per me la Festa è un elemento di biografia personale».

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