I consiglieri spezzini non si tagliano il gettone

Risparmiare 200 mila euro all’anno da investire altrove. Magari per ammortizzare i colpi dell’austerity. Giacomo Gatti e Alessandro Gai, consiglieri comunali del Popolo della Libertà, chiedono di farlo tagliando i gettoni di presenza dell’assemblea municipale spezzina.
Da 63 euro e 90 centesimi a uno. Una sforbiciata netta. Tout court. Viene inserita in una mozione (poi trasformata in ordine del giorno) che chiede anche di più: un euro al mese per il presidente del Consiglio Comunale e altrettanti per i vertici delle cinque circoscrizioni, i parlamentini di quartiere che con la prossima tornata spariranno per sempre dalla geografia politica spezzina.
Scoppia la bagarre. Il Popolo della Libertà si spacca in due o tre tronconi. Il gruppo Misto fa lo stesso con Giulio Guerri, ex del Partito Democratico che sorpassa Gatti e chiede di portare a 200 euro lo stipendio del sindaco e di cancellare quelli degli assessori. Fabio Cenerini, ex Pdl, invece si scaglia contro la mozione in cui vede una strumentalizzazione elettorale e poi presenta un proprio ordine del giorno per chiedere che i soldi si riducano sì ma ai «consigliere regionali». Contro Gatti molti dei suoi. Luigi De Luca (Pdl) parla di «demagogia». Lorenzo Brogi (altro azzurro) taglia corto e afferma «è tutta una buffonata. Ci vuole una discussione seria per stabilire come e dove tagliare». Paolo Asti, pidiellino anche lui, sostiene la linea della scelta personale. «Io devolvo i miei gettoni agli alluvionati ma non si può imporre una scelta d'imperio», e per questo con il collega Paolo Messuri chiede di tagliare i costi dei gruppi consiliari con un proprio ordine del giorno per un risparmio di 50 mila euro l'anno. «La mia mozione non è strumentale -spiega Gatti- riprende quella presentata quasi due anni fa da un consigliere socialista. Il risparmio sarebbe consistente e si potrebbe investire altrove, in servizi». Dalla maggioranza di centrosinistra compatta nel votare contro parole di strumentalizzazione.

Con Gatti e Gai votano Manucci (capogruppo Pdl) oltre a Guerri e Siciliani (Misto). Contro il Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Cenerini (Misto). Si astengono Brogi e Peserico (Pdl) oltre a Maioli (Schiffini) e Isolabella (Api) e gli azzurri Messuri e Asti.

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