I contestatori in cachemire «occupano» in via De Amicis

Non si smentiscono mai: lo stabile da «okkupare» deve essere «komodo». In centro, possibilmente nella zona della movida e servito dai mezzi. Così ieri una cinquantina di antagonisti con punto di ritrovo all’università Statale hanno messo gli occhi - e fuori di metafora diciamo pure tutti i piedi - nella palazzina di via De Amicis 16. Stabile privato e dismesso di proprietà di una banca. Un piano studiato con cura, già anticipato nei giorni scorsi dal sito Indymedia (accanto al pezzo che illustra il gesto, la foto di una facciata con scritto «oggi mi alzo e sciopero»). «Questa è la nuova Casa dello sciopero - proclamano gli occupanti, fra loro anche qualche figlio di papà - diventerà lo spazio aperto a tutto quello che in città si muove in termini di lotta, uno strumento di cui la città ha un gran bisogno per costruire sinergie scioperanti». L’okkupazione è scattata alle 17.30 al termine di un’assemblea nell’atrio della Statale. Una sorta di avamposto in vista dello sciopero generale del 28 gennaio quando in piazza si raduneranno operai e studenti.
Gli antagonisti hanno sollevato le saracinesche al piano terra, appeso i loro volantini, si sono sistemati sui primi due piani dello stabile diffondendo musica a tutto volume. Gli agenti della Digos sono arrivati sul posto dopo pochi minuti per controllare la situazione. «E con questo siamo a quattordici - denuncia il vicesindaco Riccardo De Corato - Sono gli edifici pubblici e privati occupati abusivamente dai centri sociali, per alcuni di questi - penso al Cox di via Conchetta e al Circolo dei malfattori di via Torricelli - ci sono sentenze di sfratto emesse dal tribunale che non vengono eseguite perchè l’ufficiale giudiziario si presenta da solo, non è affiancato dalla forza pubblica. E puntualmente il giochino si ripete. Come al Leoncavallo dove l’ufficiale giudiziario ha suonato 27 volte o al Circolo dei malfattori, qui per ben 45 volte l’ufficiale è andato avanti e indietro, un vero assurdo». Il vicesindaco parla di immobilismo che produce un effetto domino. «L’obiettivo dei centri sociali è chiaro: alzare continuamente l’asticella della tensione, anche in vista dello sciopero di venerdì, bisogna subito sgomberare via De Amicis, basta con i ricatti». Concorda Davide Boni, presidente del consiglio regionale: «Non è occupando uno stabile che si possono rivendicare diritti e opinioni, per questo mi auguro che questa protesta incivile termini al più presto con uno sgombero».


Gli altri stabili occupati sono: via dei Transiti 28, via Conte Rosso 20, via Torricelli 19, piazzale Cimitero Maggiore 18, via Conchetta 18, via Watteu 7, via Monterosa 84, viale Sarca 183, via Litta Modignani 66, via Micene 4, viale Gorizia 28, via Sangallo 5, via Giannone 8.

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