I costi ci sono, i benefici chissà Sotto accusa il cibo biologico

Il dibattito parte da Londra. Per il ministro dell’Ambiente inglese «non ci sono prove che sia migliore del tradizionale»

da Londra

«Non esistono prove che il cibo biologico sia migliore di quello tradizionale». Parola di ministro dell’Industria e ambiente. In un’intervista a sorpresa il segretario britannico David Miliband ha difeso la bontà della produzione convenzionale ridimensionando l’importanza di quella che in inglese è definita organic, almeno dal punto di vista scientifico. Secondo Miliband infatti, mangiare biologico va considerata «più una scelta di vita possibile», ma non necessariamente la più sana. Dagli gli ultimi dati, le vendite di prodotti biologici sono aumentati nel 2006 del 30 per cento, un successo esaltante che il ministro riconosce, ma che ritiene vada letto nel giusto contesto.
«Questa produzione costituisce soltanto il 4 per cento di quella nazionale - ha spiegato ieri al Sunday Times - non il 40 e io non me la sento di affermare che il restante 96 per cento dei nostri prodotti è inferiore soltanto perché non è biologico. I prodotti coltivati con l’uso dei pesticidi non dovrebbero essere guardati dai consumatori come un’opzione di seconda categoria». Naturalmente l’intervento del ministro ha suscitato reazioni opposte nelle categorie di produttori. Peter Kendall, presidente della National farmer’s union, ha aggiunto di non aver mai visto una sola prova che il cibo organico sia effettivamente più sano o più sicuro. «Vedere i metodi tradizionali umiliati in ogni occasione - ha dichiarato - è un problema reale». Per la Soil Association che rappresenta i produttori biologici l’intervento di mister Millband si è invece rivelato «leggermente deludente». «Negli anni è stato dimostrato che esiste una differenza reale tra il cibo organic e quello prodotto industrialmente - ha sottolineato il direttore Robin Maynard - e non si tratta soltanto di una scelta di vita, la scelta biologica è migliore per l’ambiente. Lo stesso governo di cui fa parte Millband l’ha riconosciuto nel passato tanto che i produttori biologici ricevono dei finanziamenti extra». Allo stesso tempo però, Maynard ha dovuto ammettere che gli studi scientifici che tendono a provare i benefici della produzione organic sono effettivamente carenti. «Questo deriva dal fatto - ha però spiegato - che questo genere di ricerche richiedono anche decine di anni». La mancanza di prove certe non impedisce però all’associazione di spiegare sul suo sito web come i prodotti non contengano molti degli additivi artificiali presenti nel cibo tradizionale e abbiano invece molte vitamine naturali e minerali aggiuntive.
La Soil Association sostiene anche che alcuni additivi utilizzati nella produzione convenzionale possono essere direttamente collegati all’insorgere di problemi di cuore o all’asma.

L’authority britannica per i prodotti alimentari ha però sempre rigettato queste argomentazioni e il suo ex direttore sir John Krebs non ha mai guardato di buon occhio quelli della «lobby biologica». Secondo una ricerca recente i prodotti organici sono il 63 per cento più costosi di quelli tradizionali. Insomma, sceglierli non è soltanto un fatto di etica ambientale. Bisogna anche poterseli permettere.

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