I costruttori chiedono procedure più snelle, un progetto per le infrastrutture, un tavolo sul nuovo Prg e misure urgenti per l’emergenza abitativa

«Rutelli più Veltroni uguale zero case popolari». Il candidato sindaco del Pdl, Gianni Alemanno, torna sul tema dell’emergenza abitativa, puntando il dito contro gli inesistenti risultati delle ultime quattro amministrazioni di centrosinistra. E annunciando il passaggio da «un’urbanistica del no e delle deroghe» a quella «delle certezze». L’impegno è ambizioso: 20mila alloggi popolari riservati a Roma, nell’ambito del piano casa che il Pdl propone a livello nazionale. La promessa arriva nella sede dell’Acer, in via di Villa Patrizi, dove l’associazione costruttori di Roma ieri ha voluto incontrare l’uomo che il centrodestra ha designato alla guida del Campidoglio insieme ad Alfredo Antoniozzi, candidato in quota Pdl alla presidenza della Provincia. Visti gli interlocutori dei due esponenti politici, il principale tema sul tavolo è stata proprio la questione casa. Con il presidente dell’Acer, Giancarlo Cremonesi, che oltre a sottolineare l’urgenza di affrontare il nodo-abitazioni, ha anche proposto ai due candidati un piano straordinario per le infrastrutture, «che deve recuperare anni di arretratezza», uno snellimento delle procedure e un rafforzamento delle misure per la sicurezza sul lavoro. Nell’incontro si è parlato anche del nuovo Prg. «Abbiamo ragionato su come renderlo più efficiente - ricorda Cremonesi - e siamo convinti che serva mettere in piedi un tavolo di confronto permanente, per renderlo uno strumento utile e di sviluppo della città».
Al primo posto, però, resta la carenza di alloggi popolari, in una città dove il diritto all’abitare è sempre più a rischio. «A Roma - le parole di Cremonesi - il problema fondamentale che va subito affrontato è quello dell’emergenza abitativa: bisogna dare una risposta alle classi più deboli». E per farlo, dopo i lustri di magra delle ultime amministrazioni, secondo l’Acer è necessario coinvolgere l’imprenditoria privata. «Altrimenti - taglia corto il presidente dei costruttori romani - le risorse non sono sufficienti». Alemanno replica ricordando come le ultime case popolari realizzate a Roma risalgano al 1988, e si tratta dei 112 alloggi di Ponte di Nona consegnati solo pochi giorni fa, dopo oltre 20 anni di attesa. «Nel nostro programma nazionale - ricorda il candidato sindaco - c’è un piano casa che prevede 100mila alloggi, e che dovrà avere una ricaduta su Roma per almeno 20mila case». Oltre a un progetto per la «riqualificazione delle periferie». Il candidato per Palazzo Valentini, Antoniozzi, propone poi una stretta collaborazione tra Campidoglio e Provincia, che «dovranno convergere verso la ricerca di un’unica programmazione sull’urbanistica».

Tra i temi trattati, aggiunge Antoniozzi, anche il «riutilizzo del patrimonio scolastico, perché soprattutto nel centro storico di Roma ci sono imponenti edifici sottoutilizzati, per il quale immaginiamo nuovi sbocchi». Note critiche anche verso i «grandi appalti» delle opere realizzate negli ultimi anni nella capitale, secondo un modus operandi che, concludono Alemanno e Antoniozzi «ha schiacciato e penalizzato le pmi».

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